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Il Messaggero Veneto 20-01-2002

«Immigrati, Maroni dia le quote»

Venier Romano: agricoltura e turismo chiedono forza lavoro

di PAOLA LENARDUZZI
UDINE - «Il ritardo nell'assegnazione delle quote d'ingresso di immigrati in regione rischia di mettere in ginocchio molti settori della nostra economia». L'assessore al Lavoro Giorgio Venier Romano lo aveva già detto, ora lo ribadisce con forza annunciando di voler tornare alla carica con il Governo - sostenuto in questo dal presidente della Giunta Tondo - per una regionalizzazione nell'assegnazione dei flussi. Intanto, poichè da domani a Udine e provincia i datori di lavoro interessati ad assumere stranieri residenti all'estero potranno presentare le domande di autorizzazione, l'assessorato regionale al lavoro si è attivato (come si può leggere nell'articolo a fianco) per ridurre al minimo i disagi derivati dalla presumibile ressa che si creerà agli sportelli delle Agenzie per l'impiego.

«Il Friuli - Venezia Giulia - attacca Venier Romano - da regione che esportava lavoratori si è trasformata, complici lo sviluppo economico e la denatalità, in una che invece ne richiede. Ora, il ministro Maroni, che ripete di non voler autorizzare nuovi ingressi prima dell'approvazione della legge sull'immigrazione, così facendo rischia di provocare pesanti danni alle nostre aziende, spianando la strada della delocalizzazione, in parte già avviata sopratutto nei Paesi dell'Est, più favorevoli per i costi e la semplicità delle regole».

L'industria resta il settore con più forte richiesta di manodopera, seguita dall'artigianato, tuttavia, osserva l'assessore, sono in forte affanno anche l'agricoltura, in previsione della stagione delle raccolte, e il turismo per la necessità di assunzioni stagionali. L'intervento della regione per l'emergenza lavoratori si concretizza su più fronti: «C'è il programma di ritorno degli emigrati dall'Argentina - ricorda Venier Romano -, quasi un dovere morale, oltre che gesto di solidarietà. Quindi abbiamo in piedi una battaglia per i lavoratori transfrontalieri, per arrivare a una sorta di zona franca del lavoro che coinvolga tutto il Nord Est e i paesi dell'Europa orientale pronti a entrare nell'Ue. Coinvolti i ministeri di Lavoro, Interni ed Esteri, aspettiamo ora che si esprima Lubiana. Il terzo fronte è, appunto, quello delle quote di extracomunitari. Per far sì che questo ritardo non finisca per risultare devastante, nei prossimi giorni il presidente Tondo e io incontreremo i rappresentanti di altre regioni del Nord Est con i nostri stessi problemi con cui decideremo il sistema per convincere il governo a varare il decreto sui flussi prima e a prescindere dalla legge sull'emigrazione».

Con la speranza che i "numeri" soddisfino le attese del mondo produttivo locale. Lo scorso anno sono stati chiesti oltre 8.500 lavoratori stranieri e ne sono stati ottenuti la metà. «Con il risultato - insiste Venier Romano - che si accumulano quote inevase: ne abbiamo tante, non solo dell'anno scorso, ma anche del 2.000». Infine, un altro capitolo che chiama in causa la manodopera straniera è quella delle colf e badanti irregolari. Sempre più famiglie le richiedono affinchè si prendano cura di anziani e disabili, ma metterle in regola risulta quasi impossibile. «Un'emergenza che si commenta da sola - conclude l'assessore -. Personalmente sono nemico del lavoro nero e favorevole ai ricongiungimenti familiari, che danno serenità all'immigrato e riducono fortemente i problemi di ordine pubblico».