Il Messaggero Veneto 04-11-2001
Il candidato in pectore del centro-sinistra replica alle previsioni di Antonione
L'ex sindaco: se la sfida è a me la Cdl non crede più alla riforma del voto
TRIESTE - L'eleganza casual che ha fatto scuola, l'abbronzatura ottobrina perfetta, l'argomentazione misurata e lucida, quasi levigata, cui gli avversari non sono mai riusciti ad appigliarsi per far polemica. E' sempre lui, Riccardo Illy: il miglior candidato per il centrosinistra, dicono da quella parte. E ormai anche dall'altra. Lui lascia capire che la cosa non gli dispiacerebbe, ma ribadisce che, senza elezione diretta, non è neppure il caso di iniziare il discorso.
Onorevole Illy, a Roma come va?
Faccio un mestiere nuovo, il deputato di opposizione. Anche a Trieste ero abituato a svolgere attività sull'area della competenza e dell'influenza, che è poi quella che prevale alla Camera. Ma, certo, il ruolo di sindaco è più appagante perché misura i risultati su tempi più brevi.
Dicono che non le spiacerebbe tornare in Friuli-Venezia Giulia. Magari alla presidenza della Regione...
Chi lo dice?
Tanti, anche a destra. Antonione ha dato la sveglia, in questo senso.
Mi sembra un buon segno. Roberto sa che ho una parola sola, dunque, se ritiene che io possa essere candidato, vuol dire che pensa che la riforma elettorale non si farà. In effetti pare abbastanza incartata.
E' una battuta?
Un'ipotesi. Forse Antonione suggerisce semplicemente di attrezzarsi per gli scenari meno favorevoli. E - bontà loro - mi vedono come lo scenario meno favorevole. Ma sarei contento se si andasse al voto con la norma transitoria, quindi l'elezione diretta.
Sempre inguaribilmente presidenzialista.
Vorrei che i cittadini del Friuli-Venezia Giulia potessero scegliere il loro presidente, come quelli delle altre regioni. Usata così, la specialità è un handicap, e proprio nel momento in cui la nuova Costituzione tende a rinvigorirla. Perché non si dica che uso formule apodittiche, ricordo che le nostre leggi ora non passano più al vaglio del governo, e questa é pariteticità vera.
Riproporre, per interposta persona, il confronto con Antonione sfumato per la sua candidatura a Gorizia, un po' la intriga, vero?
Perché per interposta persona? Magari lo sfidante potrebbe essere lui. In politica non si sa mai.
Avverte responsabilità per i grandi investimenti che il centrosinistra ha fatto su di lei?
Posto che la candidatura non l'ho chiesta, ma mi è stata proposta, sì, sento responsabilità verso i tanti cittadini che mi hanno votato. E poi anche verso i partiti. Proprio per questo ho ritenuto dichiarare, con largo anticipo, la mia indisponibilità a correre senza l'elezione diretta. Si è parlato di mossa inopportuna, ma non volevo alimentare illusioni in chi mi aveva sostenuto.
Comunque, da aspirante parlamentare, ha fatto una campagna elettorale esemplare, battendo il territorio regionale.
Mi hanno candidato, e ho cercato di svolgere il mio compito al meglio. In Friuli, perché a Trieste non era necessaria una grande promozione. Infatti nel capoluogo la Margherita ha avuto più del 30%".
L'amministrazione regionale Cdl porterà a casa quei buoni risultati che Antonione ha detto essenziali per vincere di nuovo?
Conosco e stimo parecchi dei componenti la giunta. Ma ho la sensazione che la condizione dominante sia quella della conflittualità. Lo testimoniano i molti ritardi: dallo sportello unico, presente in tutta Italia, e qui ancora non attivato, alla riforma del Turismo, attesa da troppo tempo e ancora oggetto di modifiche e interventi. Dal riordino degli Enti locali, in alto mare, e con proposte timidissime, alla partita della Sanità che nella scorsa legislatura, malgrado le cinque presidenze, fu riformata molto di più.
Il "governo amico" aiuta?
Non credo. A Roma tira un'aria cattiva per il gasolio e per il Fondo Trieste e Gorizia. Ho parlato con Tremonti e con la Amorosino: vogliono tener duro, perché se si rompe l'argine c'è un assalto. E così l'argine del Tevere si sposta sul Tagliamento, o sull' Isonzo. Però si sa già che alla Regione i soldi non avanzano.
Torniamo ai periodi ipotetici della possibilità: se dovesse candidare, ipotizzano un Cecotti vice...
L'ho conosciuto e apprezzato anni fa, da presidente della Regione. Insieme abbiamo affrontato i problemi con un dialogo estremamente costruttivo. Ma mi pare che stia facendo benissimo il sindaco a Udine. Poi è una persona assolutamente leale, non credo che tradirebbe né alleanze né il rapporto con il suo partito. Dovrebbe proprio venir delegittimato dalla Lega. Infine a me non pare che possa accettare di fare il numero due di nessuno.
Però vi siete parlati.
Tempo addietro, e lui aveva ribadito la validità della sua esperienza. E poi era tutto in termini estremamente generici.
A chi non interessa non si parla neppure in termini generici...
Ho detto che lo stimo. Se accettasse l'improbabile ipotesi di cui sopra, ne sarei ovviamente felice. E lo sarei, sul serio, anche se accettasse un'investitura per la presidenza dal centrosinistra. Sarebbe un ottimo candidato. Ma, per tornare al discorso iniziale, senza sapere come si voterà, questi sono esercizi di fantasia.
E poi si comincia a fare campagna elettorale tra sei mesi. Anche più. Se si comincia.
Luciano Santin