Il Piccolo 23-09-2001
Un accenno alla tragedia Usa: «Giusta la reazione compatta da parte delle nazioni contro il terrorismo». E poi è sceso in costume d'epoca tra la folla
«Sono venuto qui molto volentieri per sottolineare i rapporti piacevoli tra il Friuli-Venezia Giulia e la Carinzia»
Fino a pochi mesi fa era considerato uno degli uomini politici più pericolosi al mondo. Ieri è stato ricevuto in pompa magna e con tutti gli onori all'interno del municipio di Trieste, cosa finora mai avvenuta. Jörg Haider governatore della Carinzia, leader xenofobo dei liberali austriaci, venuto ufficialmente in città per partecipare alla sfilata storica delle Tredici antiche casade triestine, è stato accolto alle sei e mezzo del pomeriggio sotto la pioggia battente in piazza Unità dagli assessori comunali Giorgio Rossi e Lucio Gregoretti. Accanto aveva la moglie Claudia, un passo dietro un agente della Digos di Trieste.
L'assessore ai lavori pubblici Rossi lo ha fatto sedere sul divano del salotto azzurro dove prendono posto gli ospiti di prestigio e ha fatto subito capire che l'aria è cambiata e che questa amministrazione non teme certe amicizie ingombranti. «Le dò il benvenuto - ha detto - a nome della città di Trieste, del sindaco Dipiazza e di questa giunta che governa da due mesi. E' un piacere averla qui in un momento storico per le particolari condizioni di governo», ha aggiunto con chiaro riferimento all'uniformità di schieramento al potere a Roma, in Regione e nelle amministrazioni locali.
«Noi abbiamo grandi idee - ha detto ancora Rossi - per il futuro della cultura, dell'economia, del commercio, del turismo. Ma dobbiamo anche saper recuperare le tradizioni. E per questo ha grande importanza soprattutto l'amicizia dei nostri tre popoli: austriaco, sloveno e italiano.» Come il Friuli Venezia Giulia e Trieste possano avere per principale alleato un uomo che è simbolo sbandierato anche sugli striscioni dai neonazisti tedeschi dell'Npd e dai fascisti italiani di Forza Nuova è un particolare inquietante. Finora Haider non aveva mai messo ufficialmente piede nel Comune di Trieste. Per almeno due volte invece, nell'aprile e nel dicembre '99 era stato ospite dell'allora presidente della Regione, Antonione, nel palazzo di piazza Unità.
Poi, contro un politico che partecipava ai raduni delle ex Ss dicendo di sentirsi tra amici e che elogiava la politica del lavoro del Terzo Reich, c'erano state le prese di posizione a livello europeo e le sanzioni votate dall'Ue. Poco più di un anno fa perfino il senatore Giulio Camber, deus ex machina del centrodestra triestino, aveva affermato che «il rispetto espresso ad Haider da istituzioni del Nordest gli è servito per scopi diversi rispetto a quello di una conclamata collaborazione.» Nelle sue due calate a Trieste nell'autunno scorso ad Opicina e sulle rive, gli era stato fatto attorno il vuoto politico.
Ora però tutto è cambiato, anche se il sindaco Dipiazza ha dribblato la circostanza andandosene a Roma con una rappresentanza del mondo scolastico locale. «Sono venuto qui molto volentieri - ha potuto dire ieri sera Haider da dentro la casa di tutti i triestini, il municipio - per sottolineare i rapporti particolarmente piacevoli tra Friuli Venezia Giulia e Carinzia. Sono venuto a supportare la delegazione di Friesach e invito la città di Trieste a una delle rievocazioni medievali che si svolgeranno in Carinzia tra settembre e ottobre.»
A margine Haider si è anche soffermato a trattare gli eventi dolorosi e recenti. «Sono rimasto piacevolmente e particolarmente stupito - ha detto - di come pressoché tutto il mondo, compatto, abbia preso pubblicamente posizione ferma contro il terrorismo. Temevo infatti una reazione limitata a singole nazioni». E con rispetto a un nuovo look pseudodemocratico, ha anche invitato a non combattere i movimenti antiglobal con la violenza facendo balenare il rischio che l'aggressività alla fine si ripercuota su chi non c'entra per nulla.»
Poi, com'era stato trattato da piccolo sovrano in Comune lo è stato altrettanto in piazza Unità su un piccolo trono con addosso un costume da dignitario carinziano del Medioevo.
Silvio Maranzana