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Il Messaggero Veneto 23-06-2002

L'esponente di punta del Carroccio regionale valuta il momento politico e rilancia la coalizione

Guerra: non si vince con un referendum

La vicepresidente alla Cdl: l'elettore chiede risultati concreti, non polemiche

di FEDERICA BARELLA

UDINE - E' ormai diventata una regola: quando le polemiche politiche infuriano lei non parla mai, non si fa trovare, respinge le domande più provocatorie, porta il discorso sugli argomenti più diversi. Ma non lo fa per sottrarsi al confronto. Alessandra Guerra, vicepresidente leghista della giunta, esponente sempre di punta del mondo politico regionale e che ancora più di qualcuno indica come possibile candidato alla presidenza per la Cdl nel 2003 (qualora sfumasse l'ipotesi Tondo), ha infatti le idee ben chiare su quanto sta succedendo nella Cdl del Friuli-Venezia Giulia dopo le ultime elezioni regionali e dopo l'obiettivo raggiunto dall'Ulivo per il referendum elettorale.

«La mia reticenza - spiega la stessa interessata - è dovuta piuttosto al fatto che, vivendo e lavorando a stretto contatto con la gente, posso sostenere senza troppi dubbi che queste polemiche poco interessano al cosiddetto elettorato. Quello che guarda la gente è come si lavora, e quali sono i risultati che una giunta porta a casa, e molto meno con quale legge elettorale si andrà a votare».

Ma un'opinione sull'ultima tornata elettorale per le recenti amministrative se la sarà fatta...

«Credo che il messaggio sia stato chiaro: l'onda giusta non basta più. Bisogna avere anche programmi concreti e ottenere risultati veri. La gente non ha più paura di cambiare il proprio voto, passando anche da uno schieramento all'altro».

Si riferisce ai risultati ottenuti dalla Lega Nord o da quelli complessivi della Casa dell libertà?

«In questo caso a quelli complessivi. Se precedentemente infatti il semaforo giallo si era acceso per il Carroccio, a Gorizia invece il segnale è scattato per tutta la coalizione. Per fortuna si tratta di segnali di crisi per ora modesti. Significa che siamo in una fase in cui il recupero è ampiamente possibile».

Qual è la ricetta?

«L'unica ricetta valida è fare quello per cui la gente ci ha votati. C'è una giunta che è stata chiamata a governare e un consiglio che deve legiferare. La coalizione, nei suoi vari livelli, dovrebbe lasciarci lavorare, con meno polemiche interne. Polemiche, oltretutto, che danno la possibilità ai nostri avversari politici di attaccarci continuamente sui giornali, mettendo in secondo piano sempre e comunque le cose positive che questa giunta riesce a fare».

Lei parla di squadra, ma all'interno della Cdl uno degli argomenti di maggior attrito è il nome dell'anti-Illy, ovvero del prossimo candidato alla presidenza...

«Individuare gli uomini giusti è uno dei punti fondamentali per andare incontro alle richieste della gente...»

Quindi anche lei crede che la Cdl dovrebbe indicare al più presto qual è il suo candidato per il 2003?

«No, assolutamente. Per il 2003 c'è tempo. Quello serve ora alla Cdl è unità e azione. E quando parlo di unità intendo non soltanto unità tra le varie forze politiche, ma anche all'interno dei vari partiti».

Ma una opinione sul prossimo referendum elettorale se la sarà fatta?

«Credo che questo sia un argomento da segreterie politiche. E sinceramente comunque, sono costretta a ripetermi: questo è un argomento distante dalla gente e per certi aspetti distante anche dai miei interessi primari nel mio impegno politico».

E le voci sui possibili rimpasti di giunta o su possibili sue nuove destinazioni ad altri incarichi, magari a Roma, come sottosegretario friulano, se Antonione dovesse lasciare il suo posto agli Esteri?

«Qui mi sembra che non si parli più nè di amministrazione nè di politica, ma di gossip. Oltretutto di gossip del tutto inconsistenti. Ogni tanto queste chiacchiere giungono all'orecchio anche a me. Ma devo dire che quella di un mio possibile spostamento a Roma, come sottosegretario, mi risulta del tutto nuova. Sono ormai abituata a smentire quotidianamente questo genere di voci, ma quest'ultima è decisamente la più assurda che ho sentito ultimamente».