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Il Piccolo 15-04-2002

Oggi a Udine il vertice tra l'amministratore delegato di Autostrade spa, la giunta regionale e il presidente di Autovie Venete. Si riparla di Corridoio 5

Infrastrutture, Gamberale incontra Tondo e Melò

Sul tavolo il nodo-passante di Mestre. Attesa per il possibile ingresso romano nel capitale della Spa friul-veneta

TRIESTE - Summit a Udine oggi per Vito Gamberale, amministratore delegato di Autostrade spa, che incontrerà alle 13 il presidente della giunta regionale Renzo Tondo, gli assessori alle Finanze, Pietro Arduini, e ai Trasporti, Franco Franzutti, per discutere di opere strategiche quali il passante di Mestre. Non a caso all'appuntamento saranno presenti Dario Melò e Mauro Avanzini, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Autovie Venete, e De Marco, amministratore delegato della Passante di Mestre scpa.

Il tema è quello delle infrastrutture autostradali, prima fra tutte i progetti per il nodo di Mestre, già affrontati da Gamberale con la Regione Veneto, rispetto ai quali si chiede un impegno delle istituzioni. «La realizzazione di queste opere - spiega Dario Melò - non dipende certo solo dalle concessionarie autostradali, ma richiede un sosegno concreto da parte delle autorità competenti». Le scelte, le decisioni, sono di carattere politico ed è sulla classe politica che i vertici delle spa cercheranno di fare pressing per ottenere un'accelerazione negli iter autorizzativi e, di conseguenza, anche sui tempi di esecuzione.

La partita è decisamente importante. Gli Stati generali conclusisi a Trieste nei giorni scorsi, hanno evidenziato come il Corridoio 5, l'asse viario che dovrà collegare Barcellona a Kiev passando a Sud delle Alpi, è in buona parte ancora una proposta progettuale, e per giunta di massima. A Nord delle Alpi, che prima dell'Italia hanno compreso l'importanza della presenza di una direttrice di traffico che poggi sia su un sistema autostradale che ferroviario era un'opportunità da cogliere perché rappresenta un vantaggio competitivo. Noi, il sistema Italia, siamo in ritardo, un drammatico ritardo. Inutile dire che il passante di Mestre, e anche la terza corsia sulla A4, rappresentano tasselli importanti del Corridoio 5, e comunque sono progetti non più rinviabili di adeguamento della rete esistente ai mutati volumi di transito da e verso una parte del Nord Europa e da e verso l'Est. A prescindere, dunque, dall'ultimazione di quel Corridoio Barcellona-Kiev, non sono più accettabili rallentamenti nella realizzazione di queste opere, pena la progressiva marginalizzazione delle imprese, e non solo del nord o del nord est italiano.

Una partita importante quella che si gioca qui, che si gioca adesso, e che nessuno può davvero più permettersi di perdere. E di questo si discuterà oggi a Udine tra Tondo, Gamberale e Melò. Inevitabile l'approfondimento sui piani finanziari e sulla copertura di quel progetto da 1.200 milioni di euro già presentato da Autovie Venete alla giunta regionale e all'Anas oggi in attesa di approvazione da parte della azienda di stato. Si approfondirà, presumibilmente, anche l'altra metà della soluzione del nodo di Mestre, quella sollecitata dal ministro Lunardi, ovvero il tunnel. E non è azzardato immaginare più di un accenno all'annunciato progetto di apertura del capitale sociale di Autovie Venete a nuovi soci. È cosa nota l'interesse dimostrato da Autostrade spa a questa possibilità, già confermato dall'assessore alle Finanze Pietro Arduini, che com'è noto non ha fornito indicazioni relativamente ai tempi dell'operazione «privatizzazione», definizione impropria dato che la Regione Friuli Venezia Giulia non intende perdere il controllo sulla spa, ma al limite cedere il proprio diritto di opzione all'atto dell'annunciata nuova capitalizzazione, attestandosi comunque al 51% del capitale.

red.reg.