Il Piccolo 08-12-2001
In un convegno a Udine l'amministratore delegato di Autostrade lamenta l'impasse nazionale ma lancia un messaggio ai referenti locali
Preoccupazione per il quasi disinteresse sul Corridoio 5, viste anche le notevoli potenzialità esistenti
UDINE «L' Italia deve superare un ritardo di 30 anni in tema di trasporti e, in particolare, di rilancio della sua rete autostradale, ma il Friuli Venezia Giulia può e deve essere avamposto dell'Italia nei rapporti con i nuovi mercati dell'Est Europa. Se miglioreranno i trasporti in questa regione vorrà dire che miglioreranno le relazioni con gli altri paesi candidati all'Ue." Così si è espresso l'amministratore delegato del Gruppo Autostrade, Vito Gamberale, intervenuto ieri in castello a Udine ad un convegno sull'evoluzione di trasporti e infrastrutture organizzato dall'amministrazione comunale di Udine.
Per il principale operatore autostradale d' Europa e che in Friuli Venezia Giulia è titolare della metà dei chilometri di autostrade (la società è presieduta da quel Giancarlo Elia Valori, protagonista alla fine dell'estate della "questione Autovie Venete"), il ruolo regionale non può prescindere da quello che sarà per l'Italia il passaporto per la conquista dei mercati dell'est: il Corridoio 5."Il concretizzarsi dell'ipotesi sud della grande arteria sul tracciato Barcellona-Trieste-Kiev - ha detto ancora Gamberale - e il suo collegamento con quello n.8 Bari-Durazzo-Salonicco è fondamentale soprattutto per il Friuli Venezia Giulia che fungerebbe così da vero e proprio baricentro di tutti questi traffici. Pensiamo al grande margine di sviluppo che hanno i valici di Tarvisio e Villa Opicina, già oggi una delle porte più trafficate verso l'Est."
I problemi, tuttavia,secondo il manager, rimangono essenzialmente di tipo strutturale: negli ultimi anni Francia e Spagna hanno costruito migliaia di chilometri di autostrade, l'Italia, invece, sin dal 1974 di nuove autostrade non ne ha voluto sapere. E ora il gap è evidente anche se qualcosa in realtà pare ora muoversi con il varo della Legge Obiettivo che garantisce fondi per la costruzione di infrastrutture da distribuire sul territorio."Non vorrei, però, - ha detto ancora Gamberale - che il legislatore si sia concentrato solo su ciò che serve alle regioni perdendo di vista i collegamenti internazionali. La parola Corridoio 5, ad esempio,non è citata e invece dovrebbe diventare bandiera della Legge Obiettivo."
Insomma,non c'è tempo da perdere,anche perché tra acquisizione di volontà politica e inaugurazione delle infrastrutture gli anni voleranno. Un esempio? Per sciogliere l'intricato nodo ferroviario Ronchi-Trieste con il raddoppio della strada ferrata ci vorranno, come minimo, 7 o 8 anni e una spesa di 1500 miliardi. Occorre fare in fretta, allora, e la stessa Società Autostrade,puntando alla collaborazione con gli altri gestori (Autovie Venete in testa) e la Regione,ha dato la propria disponibilità a investire sul territorio, avanzando addirittura la candidatura ad assumere la gestione della grande messe di chilometri di strade statali che lo Stato si appresta ad affidare alle regioni.
Antonio Simeoli