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Il Piccolo 30-11-2001

Assemblea interlocutoria per la finanziaria pubblica: otto miliardi di dividendi, ma il rinnovo dei vertici viene posticipato al 20 dicembre a causa dell'«effetto Autovie Venete»

Tra i partiti non c'è intesa: slittano le nomine di Friulia

Neanche il presidente Asquini ha il posto garantito. Cambia lo statuto: nel nuovo Cda la Regione farà man bassa

TRIESTE - Otto miliardi di dividendi da distribuire tra i soci, con la Regione che, forte del suo 88% delle quote, che ne va a introitare oltre sette. Investimenti più che raddoppiati, così come le partecipazioni, e un quasi primato italiano per operazioni di venture capital e private equity. Vista dal di fuori, sembrava che nulla ostasse al rinnovo praticamente naturale della presidenza e del consiglio di amministrazione della Friulia, fatti salvi gli eventuali esodi volontari. E invece il presidente Franco Asquini e l'intero staff, dovranno aspettare il 20 dicembre e senza alcuna certezza di riconferma. Nell'assemblea di ieri mattina, infatti, eccezion fatta per la comunicazione dei dati economici, è maturato solo lo slittamento per l'ufficializzazione dei nuovi quadri.

Strano a dirsi, sembrerebbe che la cosa abbia stavolta connotati, sì, politici, ma non legati a particolari contrasti nella maggioranza che regge la giunta regionale, anche se è circolata la voce che Asquini, in quota Forza Italia, non incontrerebbe il pieno gradimento della Lega Nord. Nei fatti, Friulia sarebbe a sua volta rimasta imbrigliata nel groviglio innescato da Autovie Venete, dal quale l'esecutivo Tondo sta faticosamente uscendo. Di più: proprio la snervante battaglia per il controllo della società autostradale ha prodotto una decisione giuntale che, dopo Autovie, la Friulia sarà la prima ad applicare.

«Proprio come in Autovie, abbiamo dovuto modificare lo statuto ­ racconta il vicepresidente Manlio Romanelli - che finora non prevedeva che i consiglieri dovessero stare in proporzione diretta con le quote rappresentate. D'ora in avanti, invece, la cosa sarà automatica». Senza entrare troppo nel tecnico, si capisce fondamentalmente che la Regione, già nei fatti madre-matrona di Friulia, farà praticamente man bassa dei posti disponibili nel cda. E questo apre i soliti scenari di incertezza, in base alla ben nota equazione «più posti da coprire eguale maggiori contrasti».

Al momento non sembra che lo stretto discorso di vertice possa prevedere cambiamenti traumatici ma, Autovie insegna, mai dire mai. Qualche volto nuovo in consiglio si dovrebbe comunque vedere. Ha manifestato intenzioni di abbandono un consigliere di area Forza Italia, mentre sembra scontata da tempo l'uscita di scena dell'industriale pordenonese Setten, peraltro visto pochissimo alle riunioni della finanziaria negli ultimi anni. Ironia della sorte, sembra che dietro alla fumata nera di ieri ci sia stata anche la virtuale impossibilità di Tondo e dei vari alleati di consultarsi, in quanto travolti, appunto, dall'affaire Autovie. «È prassi - conferma l' assessore Dressi - che su cose di questo tipo la giunta si riunisca almeno una volta, il che non è avvenuto». Domanda da 8 miliardi: Babbo Natale porterà a presidente, vicepresidente e consiglieri il regalo della riconferma?

Furio Baldassi