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Il Messaggero Veneto 30-11-2001

Rinviata la nomina del presidente si affaccia l'ipotesi di una svolta alla guida della finanziaria

Friulia, grandi manovre sulla presidenza

Zoppolato (Ln): forzisti divisi sulla riconferma di Asquini. Ariis (Fi): no, resterà

TRIESTE - L'assemblea di Friulia viene aggiornata, è, con essa, la definizione dell'organigramma. Il rinvio, del resto era nell'aria, perchè Friulia è coinvolta in una complessa battaglia per le nomine, che vede comporsi e ricomporsi alleanze, all'interno di una maggioranza ad equilibrio sempre più variabile. Che si tratti di tattica o di strategia, a rischio sembra essere dunque la presidenza attribuita tre anni fa a Franco Asquini (in mezzo a vivaci polemiche sull'eleggibilità del candidato). «In effetti, a quanto mi risulta, ci sono quelli che lo vogliono e quelli che gli sono contrari. In Forza Italia, intendo. In quanto a noi, per prendere una posizione, aspettiamo di discuterne in maggioranza», dice Beppino Zoppolato, segretario di Lega Nord.

Pur abbottonandosi con cura, il capogruppo di An Adriano Ritossa un altro messaggio lo dà: «Dobbiamo confrontarci, e non è detto che dove l'incarico era stato ricondotto a un partito debba di nuovo essere così. Credo che i brontolii che si avvertono anticipino l'appuntamento. Dunque vanno evitate le anticipazioni sinchè non c'è la visione completa di un quadro che deve nuovere da strategie, obiettivi e tempi, nel cui contesto collocalre le poltrone». Da Forza Italia (in quota alla quale era stato assegnato Asquini), arrivano pareri divergenti.

«Per me la conferma è scontata: di movimenti mi pare ce ne siano stati anche troppi, e Asquini si è dimostrato adeguato all'incarico», osserva il capogruppo Aldo Ariis. «Del resto è già stata data indicazione in questo senso al presidente. Venti contrari che soffiano? Da velista, le avverto, ma colgo anche la vera direzione del vento». «I movimenti sono necessari, all'interno del gruppo, al fine di trovare soluzioni che diano efficacia all'azione futura delle società possedute dalla Regione. E dev'essere anche valutata la coincidenza tra gli obiettivi dell'azienda e quelli del candidato», ribatte il consigliere Adino Cisilino.

E Isidoro Gottardo, capogruppo Cpr, federato con Forza Italia lancia un altro segnale obliquo: «Quando sarà il momento, ritengo che Forza Italia saprà scegliere il proprio candidato. Sempre che debba toccare a lei scegliere. Perché in maggioranza non ne abbiamo proprio parlato. Credo però che sia sempre buona regola valutare l'efficacia delle gestioni uscenti».

I tam tam ufficiosi parlano, per il vertice di Friulia, di un ventaglio di candidati, con la possibilità che l'avvicendamento avvenga all'interno del cda. In quanto all'assessore competente, dice di essere in assoluto stand by: «Sulla presidenza non ho alcuna indicazione, né in un senso né nell'altro. L'assemblea è slittata verso Natale, quindi avremo tempo per ragionarne in maggioranza». E sicuramente l'attribuzione della carica avverrà in un contesto generale che vede in giro parecchi «mali di pancia» della maggioranza. La madre di tutte le nomine, ovvero Autovie, deve ancora sfornare l'organigramma, e decidere su una vicepresidenza contesa tra An e Fi Veneto.

Ma c'è anche il commissariamento dell'Ersa, e il ruolo di Bruno Augusto Pinat (più che la figura, l'attribuzione o meno in quota a un partito, o no). E c'è la partita di Agemont, che il presidente e assessore alla Montagna Renzo Tondo annuncia essere destinato a Forza Italia, sostenuto in questo dalla Lega, che ha però all'interno pareri diversi. «E' un giocattolino che fa gola a molti, e anche a noi, considerando soprattutto il fatto che l'Alto Friuli è una nostra storica roccaforte», osserva a esempio il capogruppo Claudio Violino. E dietro di lui è facile immaginare un orientamento in questo senso di Alessandra Guerra.

Luciano Santin