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Il Piccolo 29-11-2001

Franco Filippi: Vadano a cenare da un'altra parte

Sono Franco Filippi amministratore della Snc Filippi Franco & C. di Trieste, che gestisce l'Antico Caffè San Marco. La scelta che io feci gestire questo antico Caffè fu determinata anche da motivi sentimentali e non soltanto economici. Per dedicarmi alla gestione di questa tradizionale caffè ho ceduto la gestione di altri pubblici esercizi che mi davano forse maggiori soddisfazioni economiche, certamente minor impegno, ma non mi consentivano di gratificare il mio sentimentalismo, forse un po' fuori epoca. In questo Caffè, di proprietà delle Assicurazioni Generali, frequentato nel passato e tutt'oggi dai personaggi più significativi di questa città, che ha conosciuto la visita di artisti, uomini di cultura, di storici e di triestini amanti di una certa atmosfera, ho trasfuso tutte le mie aspettative, il mio impegno e la mia volontà di mantenere intatto questo angolo di una città che si sta profondamente e velocemente trasformando.

Ora mi vedo, come un «mostro», sbattuto in prima pagina quasi io fossi consapevole partecipe di una manifestazione estremista, di un'ideologia le cui conseguenze nefande non ho vissuto direttamente, ma i cui effetti negativi questa città, così come questo Paese hanno risentito. Voglio precisare che sono una «vittima» inconsapevole e mi trovo coinvolto mio malgrado, in qualcosa che mi è assolutamente estraneo, stante la mia perfetta buona fede.

È stato per me dolorosissimo ricevere ieri la visita del prof. Claudio Magris, ospite illustre di questo Caffè e suo strenuo difensore nelle battaglie combattute per la sua sopravvivenza e per mantenere integra la sua tradizione, nella quale mi ha chiesto di staccare dalla parete un suo ritratto che con orgoglio questo esercizio esponeva per riconoscenza e stima nei confronti di questo «amico» del Caffè San Marco. Il quadro è stato tolto per rispettare la sua volontà, ma spero che una volta chiarita la mia vera posizione, esso potrà ritrovare la sua collocazione di sempre.

Per quel che può valere, ci tengo a precisare che la Associazione culturale 900, organizzatrice dell'incontro che apprendo si terrà presso la Stazione Marittima di Trieste, di presentazione di un libro, è stata già nostra cliente in passato. Così come allora anche la manifestazione dell'1 dicembre si è limitata a chiederci di organizzare un buffet nel Caffè San Marco per circa 60 persone e una cena per altre 20. Ci hanno chiesto e noi abbiamo consentito che la manifestazione fosse accompagnata da un pianista francese. È esattamente lo stesso tipo di servizio già offerto a questa Associazione, così come è avvenuto per numerose altre.

Preciso che in precedenza non si era manifestato alcun tipo di problema, e i festeggiamenti presso il Caffè non avevano alcuna coloritura politica né tantomeno ideologica. Così come avvenuto in passato, ci è stato richiesto un certo tipo di servizio, a cui di buon grado abbiamo aderito. La trattativa si è limitata come sempre, al tipo di prestazione offerta e al corrispettivo preteso. Nemmeno lontanamente si è avuto sentore che il buffet e la cena fossero legate alla manifestazione il cui contenuto abbiamo appreso essere quello descritto dai giornali. Abbiamo altresì appreso dai giornali che senza nostra autorizzazione, peraltro nemmeno richiestaci, è stato inserito nella locandine affisse per la città assieme al logo del Comune di Trieste e della Provincia, anche quello del nostro pubblico esercizio.

Mi attiverò per far sì che il buffet e la cena, una volta conosciuto il reale contenuto della manifestazione a cui sono collegati, non abbiano luogo presso il Caffè San Marco. Il quale ultimo manterrà intatta quell'atmosfera che la clientela ha sempre apprezzato e che mi sono sempre sforzato di mantenere. Al professor Magris voglio dire che l'attendiamo di nuovo nel Caffè San Marco perché ci autorizzi a ricollocare il suo ritratto nel posto che gli spetta.

Franco Filippi