Il Piccolo 20-01-2002
Ma il sindaco ripete: «Industrie come la Pasta Giulia sono il nostro futuro». Critico Visentini (Uil)
La possibile dismissione della Ferriera suscita dubbi e preoccupazioni. «Si vuole far chiudere l'impianto? Non so cosa dire. Mi sorprende la velocità con cui stanno avvenendo certe cose. Ma mi chiedo: quale imprenditore penserà in futuro di venire a Trieste se il suo investimento può essere messo a rischio da interventi esterni?». E' un'Anna Illy perplessa quella che apprende dell'annunciato arrivo in città, il 25 gennaio prossimo, del sottosegretario all'Industria Mario Valducci. Tema dell'incontro con i massimi esponenti del Comune, il progressivo smantellamento dell'impianto siderurgico di Servola, considerato «dal governo non strategico per l'Italia». Ma all'associazione degli Industriali, di cui la Illy è presidente, temono che tale piano si possa riflettere sulle prospettive dell'intero comparto.
«La Ferriera è un fastidio, non c'è dubbio, ma lo era anche 40 anni fa. Lo conferma anche la gente che abita lì attorno. Evidentemente, il mondo è cambiato e ora pensano di poterla chiudere». Ma per il leader degli industriali triestini il rischio è che «si danneggino gli interessi della Lucchini, che ha investito centinaia di miliardi, nonché dell'intera classe imprenditoriale locale». «Si è anche parlato di inquinamento acustico della Ferriera - rileva la Illy - e ci sono esempi a decine in città. Si vuol forse fare chiudere tutte le industrie? Temo che in molti tireranno i remi in barca...».
Ribadisce e, anzi, rafforza i concetti espressi l'altro giorno il sindaco Roberto Dipiazza, che interviene anche in merito al recupero ambientale delle Noghere. «Stiamo operando a 360 gradi con una bonifica della Ferriera che comprenderà tutto quel bacino, compresa l'area delle Noghere dove sta sorgendo un'industria da cento dipendenti che abbiamo portato qui io e Dressi». «Industrie come la Pasta Giulia - rimarca Dipiazza - sono cose positive, che poi saranno il futuro della città. Ovvero stabilimenti che si vanno a consolidare sul territorio. Non come la Ferriera, che oggi c'è ma che non potrà andare avanti per molto tempo».
E annuncia: «Il 25 di gennaio, quando arriva il sottosegretario Valducci, parleremo di cose concrete sulla Ferriera. Sarà un colloquio importantissimo. Subito dopo ci saranno degli incontri con la proprietà, i sindacati, l'associazione industriali e la popolazione per decidere il percorso».
Preoccupazione per le affermazioni del sindaco, viene invece espressa da Luca Visentini, segretario della Uil, che punta l'indice in particolare sulla volontà espressa da Dipiazza di proporre la chiusura di un altoforno e la vendita della centrale di cogenerazione all'Acegas. «Questo significa - osserva Visentini - che l'Acegas, ovvero il Comune, si porta a casa il vero business, quello dell'energia. L'azienda (la Lucchini, ndr) ci ricava un po' di soldi per il disturbo. I posti di lavoro si dimezzano (centinaia di esuberi), e le polveri sui davanzali dei servolani rimangono (quelle non vengono dagli altoforni ma dalla cockeria...)». Secondo la Uil quindi la soluzione resta quella di mettere «sul serio in regola l'impianto. Altrimenti è meglio dire con chiarezza che si chiude, ma spiegando anche quanto tempo e quanti soldi ci vogliono per smantellare l'impianto e bonificare il terreno. Il rischio, tutti lo sanno, è di ritrovarsi un'Aquila 2 davanti alle case, non certo un villaggio turistico...».
Alessio Radossi