Il Piccolo 13-10-2001
Tesi controcorrente del p.m. Nordio davanti ai commercialisti delle quattro province
PASSARIANO «La legge è necessaria perché la vecchia formulazione dell'art.2621 era esageratamente severa, condizionava le imprese e l'economia nazionale esponendola ad indagini molto spesso ingiustificate, che comunque finivano spesso per produrre un'immagine negativa". Così si è espresso ieri a Villa Manin il dott. Carlo Nordio, magistrato presso il Tribunale di Venezia, intervenuto al convegno "Falso in bilancio,riforma e prospettive" organizzato dai quattro ordini dei dottori commercialisti della Regione.
Il pubblico ministero veneziano, insomma, noto per la sua attività nel settore giuridico amministrativo, vede con favore il varo della legge delega approvata alla fine di settembre dal Parlamento su una materia che ha fatto e continua a fare molto discutere anche per le sue implicazioni nella politica nazionale. «Ci sono tuttavia - ha detto ancora Nordio - questioni tecniche come ad esempio l'armonizzazione tra contravvenzione e delitto che provocano incertezze e meritano chiarimenti».
Niente colpi di spugna, però. «La riduzione delle pene - ha,infatti, precisato Nordio - non comporterà né colpi di spugna né conseguenze negative per gli interessi generali e la compagine societaria perché è un'illusione tutelarli con la repressione penale,ma è doveroso farlo con una legge più semplice e comprensibile».
Se semplificazione e depenalizzazione c'è stata, allora,questa non porterà ad un arretramento del diritto societario dinanzi alle fattispecie penali. «Nell'articolo n.11 ora ci sono 21 ipotesi di reato divise in tre fattispecie di illecito amministrativo e 18 reati, tra cui 4 contravvenzioni e 15 delitti il più grave rimane l'aggiotaggio - ha detto l'avvocato triestino Riccardo Seibold, che ha esaminato tecnicamente le caratteristiche della riforma -; la pena massima per il reato di falso in bilancio è quattro anni, ma tra gli altri,è prevista in alcuni casi anche la confisca dei beni».