Il Piccolo 24-11-2001
Il presidente del Consiglio ha presieduto a Trieste il summit dei capi di governo dell'Iniziativa centroeuropea che si conclude oggi
Il premier sostenitore dell'adesione della Russia all'Ue. La ferita comunista e la lotta al terrorismo
TRIESTE - Un'Europa dall'Atlantico agli Urali. Unita, compatta in politica estera e con una difesa comune, in grado di «confrontarsi anche con gli Stati Uniti che oggi tengono da soli alto il vessillo della libertà». Parola di Silvio Berlusconi. Potrebbe essere questa la dedica su un ipotetico album di famiglia per incorniciare il vertice triestino dei capi di governo dell'Iniziativa centroeuropea (Ince). È un Berlusconi ottimista ed ecumenico quello che si offre ai giornalisti alla fine dei lavori. Tanto da pronosticare anche l'adesione della Russia di Putin all'Unione europea. E il presidente del Consiglio continua il suo ragionamento europeista confessando di preferire al termine allargamento, riferito alle nuove adesioni all'Ue degli Stati dell'Est, quello di «ricostruzione, perché - spiega - si deve sanare la ferita del comunismo che ha tenuto per mezzo secolo dietro alla cortina di ferro Paesi che facevano parte dell'Europa».
ALLARGAMENTO UE. Tutto questo perché proprio di allargamento a Est dell'Ue si è parlato a lungo nel summit dell'Ince, «un processo positivo - lo definisce Berlusconi - perché costringe i Paesi che vogliono aderire a dare vita a una stagione di riforme per allinearsi a quelli che sono gli standard comunitari», per conquistare l'economia di mercato, o meglio, per arrivare a quella che il premier chiama «economia sociale di mercato», ossia una sorta di liberismo dal volto umano. E qui il ruolo dell'Italia, in ambito Ince, diventa fondamentale. «Il nostro - afferma Berlusconi - è un Paese con un Pil importante, fa già parte dell'Ue e si è sempre battuto perché proprio l'Ue ricomprenda anche gli altri Paesi dell'Iniziativa. Paesi che guardano al nostro sistema economico avanzato e al ruolo che in esso interpretano le piccole e medie imprese». Dunque l'Europa è stato il «piatto forte» di questa due giorni triestina in cui si è cercato di individuare tutti gli strumenti sinergici in grado di promuovere una concreta politica di integrazione basata su una forte cooperazione regionale.
LOTTA AL TERRORISMO. La prima parte del documento finale approvato ieri dai 17 capi di governo è dedicata, comunque, alla lotta al terrorismo. Una condanna forte e decisa degli atti terroistici dell'11 settembre negli Usa, definiti «atti barbarici», si accompagna a un deciso impulso all'integrazione quale strumento per edificare «un sistema di sicurezza mondiale, di prosperità e di sviluppo». Per questo motivo è stato deciso di combattere una guerra senza frontiere «per sradicare il terrorismo così come ogni altra forma di razzismo e di xenofobia». Senza ricadere nell'errore, però, di considerare proprio il terrorismo come sinonimo di mondo islamico. «Guai contrapporre l'Islam all'Occidente», avverte Berlusconi. «Dio non voglia - aggiunge - il nostro Dio e il Dio dell'Islam che questo possa accadere, anche se credo che oggi si sia abbastanza avanti nello scongiurare questo pericolo che, in alcuni momenti, è stato grande».
BALCANI. L'Ince assicura poi pieno appoggio all'integrità territoriale e all'inviolabilità dei confini macedoni e conferma la validità dell'accordo raggiunto dal governo di Skopje con la minoranza albanese, auspicando altresì il ritorno alle proprie case dei profughi che ancora sono sparsi nel Paese balcanico. In Kosovo i Diciassette salutano con soddisfazione le elezioni politiche appena svolte, confermando però la piena validità della risoluzione n°1244 dell'Onu (che in pratica conferma la sovranità territoriale jugoslava sulla regione). Tra Montenegro e Serbia si auspica una soluzione negoziale del contenzioso in atto per trovare una soluzione costituzionale e non si vedono con favore, quindi, le velleità secessioniste di Podgorica, considerate foriere di nuove scosse sismiche in un'area di per sè soggetta da anni a terremoti politici ed etnici devastanti. L'Ince saluta poi con soddisfazione gli sforzi profusi dalla Jugoslavia di Kostunica per entrare a far parte del Consiglio d'Europa.
Alla fine è annunciata una salutare iniezione di finanziamenti all'Iniziativa stessa con un investimento di 10 miliardi di lire proprio da parte dell'Italia sul Fondo costituito presso la Banca europea di ricostruzione e sviluppo che è attualmente dotato di una disponibilità di circa 42 miliardi di lire. Oggi la chiusura finale del summit con le conclusioni del Forum della gioventù e di quello economico, conclusioni peraltro già formalizzate ieri e sancite dalla firma al documento finale da parte dei 17 capi di governo.
Mauro Manzin