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Il Messaggero Veneto 25-01-2002

Ieri la prima riunione tecnica fra gli esperti della Regione e i rappresentanti degli industriali

Energia dall'Austria per il Friuli

Acquistando dalla nazione vicina si potranno abbattere i costi fino al 40%

TRIESTE - La Regione Friuli-Venezia Giulia ha avviato ieri il proprio "progetto energia", in merito all'autoproduzione nonchè all'acquisto e alla gestione di elettricità prodotta oltre confine, tramite una società costituita ad hoc. L'iniziativa procederà sulla base delle possibilità offerte dalle leggi già in vigore, indipendentemente cioè dalla trattativa portata avanti con il governo in sede di commissione paritetica. L'obiettivo è quello di azzerare il deficit attualmente esistente, che è di circa 2400 megawattora, oltre un quarto del fabbisogno annuo territoriale. Il risparmio ipotizzabile, in questa prima fase, potrebbe essere di varie decine di milioni di euro, spalmati sulla grande industria, ma anche sulla pmi e sui piccoli consumatori.

Alla riunione, tenutasi ieri, hanno partecipato l'assessore alle Finanze Pietro Arduini, Alessandro Colautti, in rappresentanza del presidente Renzo Tondo, tecnici dell'Ufficio di Piano ed esperti dell'Associazione industriali, che da tempo sollecita un'azione della Regione. «In Friuli-Venezia Giulia, come in Italia, i costi energetici sono mediamente più alti di quelli europei. Se facciamo riferimento all'Austria e alla Slovenia, che sono Paesi confinanti, i nostri sistemi produttivi si trovano palesemente svantaggiati. Non dico che un fatto del genere sia motivo sufficiente per la delocalizzazione, ma certo incide pesantemente sulla competitività complessiva delle aziende», spiega Colautti. «La contrattazione nella paritetica e il recepimento del decreto Bersani richiederanno ancora parecchio tempo. Nel frattempo però la Regione aprirà un confronto con il gestore nazionale, e studierà la creazione di una società mista».

Il progetto è quello di realizzare un'interconnessione con l'Austria, che ha una sovrabbondanza di produzione energetica e può vendercene a prezzo minore. «La grande produzione, che acquista l'energia sulle linee dell'alta tensione, la paga circa 110 lire a kilowattora. Gli altri consumatori tra le 200 e le 220 lire, 60 delle quali se ne vanno soltanto per il trasporto, che in Italia è particolarmente oneroso. Questi costi, rivolgendoci al mercato estero, verrebbero ad essere abbattuti di circa il 40%». Il circa è d'obbligo, perché l'energia si può comprare in due modi: di base, ovvero un'erogazione costante, a prezzo più basso, e di modulazione, cioè secondo una curva dei consumi che tiene conto di ore, festività, stagioni. Un'azienda in genere acquisisce uno zoccolo di energia di base, cui aggiunge una quantità di energia di modulazione.

«In questa fase contiamo di acquistare 300 megawattora di potenza, equivalenti a due miliardi di kilowattora annui, ovvero, più o meno, ai 2400 megawattora di scarto tra produzione e consumi che abbiamo oggi. I benefici, che andrebbero a toccare soprattutto le imprese minori, e anche i cittadini attraverso possibili imprese consortili, si potrebbero valutare in 30 o 40 milioni di euro (80 miliardi di lire)», prosegue Colautti.

I passi successivi che la Regione dovrà compiere riguarderanno i contatti con la società nazionale di gestione delle linee elettriche, per stabilire le modalità della connessione con l'Austria, e la costituzione della società.

«Si è convenuto che, stante l'importanza della materia, il pubblico dovrà essere presente come attore della trattativa con il post-Enel e della definizione di costi e destinatari», dice Colautti. «Questo avverrà sicuramente in una prima fase. In seguito, se le cose dovessero funzionare bene, la Regione potrebbe anche ritirarsi, lasciando tutto ai privati. Anche perché nel frattempo si sarà andati avanti sulla strada della "devolution energetica" avviata dai decreti Bersani, che puntano alla "borsa elettrica". A quel punto, sulla base delle trattative con il governo, potremmo anche valutare la possibilità di sviluppare l'autoproduzione, con le centrali minori la cui istituzione e gestione, in base alle leggi verrà affidata a un'authority regionale».

Luciano Santin