Il Messaggero Veneto 09-02-2002
Nel quarto trimestre 2001 ha perduto 30,9 milioni di euro
PORDENONE - Quarto trimestre 2001 in perdita per il produttore svedese di elettrodomestici per la casa Electrolux, che in Italia controlla la Zanussi: il gruppo ha registrato un rosso di 286 milioni di corone svedesi (circa 30,9 milioni di euro) contro un utile di 741 milioni dello stesso periodo del 2000. Le perdite trimestrali, le prime da più di quattro anni, sono dovute ai costi per il piano di ristrutturazione varato dalla società che prevede il taglio della forza lavoro di 2.800 unità. Per il 2002 inoltre la società prevede «che la domanda del mercato non subirà una crescita rispetto al 2001». Nel quarto trimestre 2001 Electrolux ha comunque visto crescere il suo fatturato dell'8,4% a 31,9 miliardi di corone mentre l'utile prima delle tasse è sceso a 238 milioni di corone.
Le conseguenze, inevitabilmente, daranno un colpo di acceleratore al piano di ristrutturazione già annunciato nel dicembre scorso, che prevede il taglio di 2.800 posti di lavoro nel mondo e investimenti per oltre 150 milioni di euro. La scure si è già abbattuta su diversi paesi, con la chiusura di stabilimenti in Svezia, Germania, Stati Uniti, Egitto mentre, per quel che riguarda l'Italia, deve ancora essere definito, nei dettagli, il piano di ristrutturazione nel settore del "bianco", quello quindi relativo agli stabilimenti maggiori di Porcia e Susegana. Non si fanno numeri, per il momento. Pare comunque che si profili un intervento nelle aree amministrative, dagli operai indiretti al settore impiegatizio.
Discorso diverso per l'Ecc, Electrolux Components Companies, il settore della componenstistica della multinazionale svedese, e in particolare per i compressori. Un settore che ha pesato notevolmente sui risultati negativi del gruppo, rispetto al quale sono già stati definiti gli obiettivi imprescindibili per dare garanzie occupazionali ai lavoratori. Le fabbriche nel "mirino" di Electrolux sono quelle di Mel e Rovigo, mentre per la Sole, l'azienda pordenonese che ha sede in Comina, non risulta ci siano state modifiche di rotta rispetto al piano concordato, ancora nella primavera del 2001, tra azienda e sindacati.