Il Piccolo 01-10-2001
E in risposta a Antonione e Sgarbi: «Quali nuove prove di italianità e professionalità dobbiamo dare?»
FIUME - L’Unione italiana esprime soddisfazione per la decisione del governo croato di trasferire i diritti di proprietà della casa editrice Edit, dopo che l’ex regime Hdz l’aveva statalizzata «con il consenso determinante dei dirigenti della stessa Edit». L’Ui respinge altresì le accuse di scarsa professionalità dei quadri Ui espresse dal sottosegretario Roberto Antonione, aggiungendo di non avere mai pensato di sottoporre il progetto durante la prossima visita di Ciampi alla Croazia (come aveva ammonito l’ esponente della Farnesina su un giornale di Fiume).
L’Unione inoltre «ringrazia per la fiducia il governo croato e esprime la convinzione che l'Italia continuerà a sostenere, come ha sempre fatto sinora, i diritti e le legittime aspettative della Comunità nazionale italiana». Questo il succo del lungo comunicato diffuso ieri dalla presidenza dell'Unione italiana, l'organizzazione che raccoglie i circa 30 mila connazionali di Slovenia e Croazia.
Tre pagine fitte di citazioni (i trattati e le convenzioni internazionali) ma soprattutto risposte precise alla bufera politica scoppiata in questi giorni. Una presa di posizione dai toni pacati, ma ferma, che lascia trasparire però uno stato d’animo ben preciso: la netta sensazione, per la prima volta in trent'anni, di non avere più il governo italiano, la Nazione madre, al proprio fianco nelle rivendicazioni verso gli Stati domiciliari di Slovenia e Croazia.
L’Ui, nel suo comunicato, elenca una lunga serie di progetti realizzati in quest’ ultimo decennio con i fondi del governo italiano: dalle scuole alle sedi delle Comunità, agli interventi in campo socioeconomico. Nonché tutti i successi ottenuti in campo politico, ad esempio l’abrogazione di leggi mostruose come il «filtro etnico» nelle scuole della minoranza. Oppure l’ aver contribuito fattivamente al varo di normative fondamentali come l’ inserimento del «doppio voto» nella Costituzione croata, la registrazione in entrambi gli Stati dell’organizzazione, l'approvazione delle leggi sulle scuole e sulle lingue minoritarie, in Croazia e Slovenia. Senza contare il contributo fornito dall’Ui all’avvio di una collaborazione con gli esuli, «vittime di un regime totalitario», nonché il contributo alla convivenza, alla collaborazione e al consolidamento dei rapporti tra Italia, Slovenia e Croazia. «E l’elenco - si legge nella nota - potrebbe continuare ancora per pagine intere!».
«Certo - si rileva - questi risultati sono stati raggiunti con il supporto, il sostegno e la collaborazione di migliaia di connazionali, dei deputati della comunità italiana ai parlamenti sloveno e croato, delle Comunità degli italiani, delle nostre scuole e istituzioni, delle forze politiche e delle autorità (di governo, parlamentari, regionali, locali) maggiormente sensibili ai diritti minoritari dell'Italia, della Croazia e della Slovenia». «Quali nuove prove di ”italianità” e di ”professionalità” - si chiede la Presidenza, in chiara polemica con le affermazioni dei sottosegretari Antonione e Sgarbi - devono essere ancora richieste all'Unione italiana affinché sia finalmente riconosciuto il suo ruolo, la sua funzione, e l'attività che svolge?!».
L’Ui dedica poi ampio spazio a precisare i contorni della vicenda della casa editrice fiumana, parlando di «disastrosa gestione del progetto Edit, dono da sei miliardi di lire dell’ Italia per l’autonomia economica dell’Edit che la sua leadership ha quasi interamente dissipato». L’Unione assicura inoltre che Zagabria e Lubiana continueranno a finanziare l’Edit anche dopo il passaggio di proprietà, aggiungendo di avere «sempre condiviso con il governo italiano che nuovi eventuali finanziamenti all’Edit sarebbero stati stanziati solo in presenza di un serio progetto di rilancio» della casa editrice. «Va detto che l'Unione italiana non ha mai avanzato richieste miliardarie all’Italia per l ’eventuale copertura delle perdite di gestione dell’Edit».
«È nostra intenzione persistere - conclude il comunicato - nella realizzazione dell'indirizzo programmatico dell'Unione italiana a prescindere dalla campagna diffamatoria e persecutoria in atto, culminata con esposti contro la dirigenza dell'Ui, e che si manifesta con faziosità, disinformazioni e calunnie, e che viene condotta proprio perché sono stati raggiunti risultati così significativi. Continueremo con determinazione e coerenza a perseguire gli obiettivi fissati, in maniera democratica, dall'Assemblea dell'Unione italiana, per la soggettività della Comunità nazionale italiana, sempre più emancipata, consapevole, responsabile e autonoma».