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Il Piccolo 27-12-2001

FIUME Ben 150 mila sui 385 mila «censiti» in tutta la Croazia hanno un'occupazione e saranno depennati dalle liste

Disoccupati? Quasi la metà sono finti

Il governo Racan emenda la legge sul lavoro per far emergere il «sommerso»

In Istria e nel Fiumano sono 33 mila gli iscritti al collocamento, ma anche qui molti operano «in nero» soprattutto nei settori del turismo e della cantieristica

FIUME - I disoccupati in Croazia sono 385 mila, di cui 23 mila nella regione del Quarnero e 10 mila in Istria. Ma le cifre, che sono ufficiali, corrispondono al vero? Nel governo del premier socialdemocratico Ivica Regan prevale l'opinione che si tratti di numeri gonfiati, dietro ai quali si cela il fenomeno dell'economia sommersa, di decine di migliaia di persone (si parla di 150 mila) che lavorano in nero e non versano i contributi allo Stato. Un fenomeno che per quanto riguarda le due citate regioni altoadriatiche sarebbe diffuso soprattutto nei settori della cantieristica e del turismo.

Secondo alcuni indicatori nel Paese almeno 60 mila persone lavorerebbero senza risultare nel libro paga. E almeno 90 mila persone sarebbero iscritte alle liste di collocamento e contemporaneamente lavorerebbero ricevendo un compenso. Proprio per bloccare o almeno arginare il lavoro sommerso, dando al comparto una flessibilità che attualmente non ha, l'esecutivo statale sta preparando una caterva di emendamenti alla legge sul lavoro e che dovrebbero entrare in vigore il prossimo giugno. Grazie alla nuova normativa, che contemplerà contributi anche per i lavoratori a contratto, questi 90 mila «falsi» disoccupati saranno depennati dalle liste. Se a ciò si aggiungeranno le annunciate incentivazioni governative per l'aumento dell'occupazione, il numero dei senza lavoro (così gli addetti ai lavori) dovrebbero calare nel 2002 sotto i 250 mila.

Per ottenere una maggior flessibilità sul mercato del lavoro, il governo ha avviato un discorso di collaborazione con i sindacati, atto a portare benefici a medio e lungo termine. Intanto l'avviso di licenziamento sarà lungo non più di 3 mesi (ora raggiunge i 6 mesi), mentre il trattamento di fine rapporto comporterà per i datori di lavoro il pagamento di un massimo di sei mensilità. Sempre i datori di lavoro potranno stipulare contratti a tempo determinato e non avranno l'obbligo di sistemare in altri settori lavorativi gli occupati in esubero. Però dovranno riassumere le dipendenti che sono state a casa un anno per licenza di maternità. Nel governo si è convinti che i sindacati opporranno forti resistenze alla riforma nel mondo del lavoro, anche perché è stato firmato il patto di pacificazione sociale (sottoscritto anche dalla «Confindustria» croata) che prevede appunto comunanza d'intenti nel rilancio della disastrata economia nazionale.

Andrea Marsanich