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Il Messaggero Veneto 29-12-2001

«Devolution, ritardo di tre anni»

Illy: per l'attuale presidente una strada in salita. La Lega sarà un difficile alleato

TRIESTE - Sorride un po' di fronte all'espressione del coordinatore regionale forzista Ettore Romoli che lo ha definito una "tigre di carta", citazione maoista raccolta dalla destra a fini apotropaici. E glissa, una volta di più sulle sua possibile presenza nelle elezioni regionali del 2003. Ma un messaggio chiaro Riccardo Illy lo lancia: per Tondo d'ora in poi non ci sarà nulla di facile o di scontato.

Onorevole Illy, ha visto cos'ha detto Romoli?

«Ha senz'altro ragione quando dice che la lista civica che faceva riferimento a me ha ottenuto risultati migliori quando ero candidato. In quanto al fatto che io abbia un peso, e di quale peso si tratti, sono cose verificabili solo empiricamente. I sondaggi valgono orientativamente, perché la prova vera sta nel voto».

Il centrodestra ha scelto: non commetteremo l'errore di cambiare cavallo in corsa, ha assicurato Romoli...

«E ha ragione anche qui. L'avevo detto mesi addietro: o trovano subito un altro candidato, o non possono lanciarlo a fine legislatura. Giusto che Romoli esponga il suo partito e il suo uomo. Ma di qui a dire che Tondo è il candidato della Cdl, però, ce ne corre».

Pensa alla Lega?

«Certo. Forza Italia non dovrebbe avere problemi con An, ma con la Lega sì. E certi scherzetti combinati in sede di Finanziaria credo rappresentino solo l'inizio di un processo che vedrà il Carroccio sostenere una propria linea anche per la candidatura alla presidenza. Ho la sensazione però che la scelta non verrà presa qui...».

... ma a Roma?

«Ritengo che la Lega farà legittimamente valere tutto il suo peso locale, e che poi i giochi si faranno a livello di potere centrale. Vedremo quanto verrà tirata la corda, quanto si sfiderà un rischio di rottura, che potrebbe avere qualche ripercussioni anche sugli accordi nazionali».

Pensa che Tondo debba guardarsi le spalle dagli alleati?

«Con quaranta consiglieri non dovrebbe avere troppa paura dell'opposizione. Ma se ci saranno turbolenza nell'alleanza, rischia di arrivare a fine percorso con pochi risultati. E ritengo altamente probabile che quanto non è stato fatto dal '98 a oggi non sarà fatto nell'anno della campagna elettorale, perché emergeranno, inevitabilmente, gli interessi personali alla ricandidatura con i connessi campanili ed orticelli».

Zoppolato ha detto che Tondo è tre mesi in ritardo con la devolution.

«A me pare che il ritardo sia di tre anni. I decreti attuativi della costituzionale 2 del '93 risalgono all'inizio del '97. Chiaro che per la fine della scorsa legislatura era difficile farcela, ma poi c'era tutto il tempo per lavorare bene. Tra l'altro, si dice che, dopo le modifiche costituzionali, le Regioni a statuto speciale hanno ormai gli stessi poteri di quelle a statuto ordinario, almeno potenzialmente. Ma quelli sugli enti locali sono rimasti in capo allo Stato, eccetto che per le Regioni autonome».

Un importante elemento di specialità, dice?

«Già, e rimasto nel cassetto. La sussidiarietà può risolvere molti problemi sia a livello di bilancio, sia in termini di qualità di servizi ai cittadini e all'impresa, perché le funzioni frammentate tra enti costano di più. Per attuarla occorrono visione progettuale e capacità di creare il consenso. Ma il governo attuale deve fare i conti con problemi di consenso al suo interno».

L.S.