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Il Messaggero Veneto 23-06-2002

Il caldo rende invivibile il carcere

Denuncia radicale: «84 detenuti contro i 35 previsti e anche l'ora d'aria è un incubo»

Rimanere chiusi in una piccola stanza con altre cinque persone e poter beneficiare, al massimo, di un'ora d'aria in uno spazio aperto, ma privo di verde e senza nessun riparo. Solo il pensiero fa sudare, soprattutto in queste giornate di caldo afoso. Questa, però, è la situazione che si vive nel carcere di Pordenone, come testimoniato dall'europarlamentare radicale, Marco Cappato, il quale, insieme al responsabile provinciale dei "pannelliani", Stefano Santarossa, ha visitato il castello di piazza della Motta. Sconfortanti i dati. Sono ottantaquattro, attualmente, i detenuti, all'interno di una struttura che ne può ospitare solo 35, condizione che costringe i carcerati in celle dove sono presenti sei persone, quando ne sarebbero ammesse non più di tre.

L'ora d'aria diventa quasi impossibile, tenuto conto che si svolge in uno spiazzo cementato, senza nessun elemento di verde. Condizioni che, secondo Cappato, testimoniano «l'illegalità compiuta dallo Stato, che prevede delle norme, che per sè non valgono».

Il problema, però, non si risolve solo costruendo nuovi istituti di prevenzione e pena. Per Cappato è fondamentale sconfiggere le norme proibizioniste sulla droga e sulla prostituzione, che consentirebbero di ridurre del 50 per cento il numero dei detenuti. Solo a Pordenone i carcerati tossicodipendenti sono 25. Proprio da questa condizione di costrizione, secondo Cappato, nasce l'adesione di coloro che vivono in carcere a molte iniziative radicali che puntano «ad una giustizia giusta, con la separazione delle carriere dei magistrati, e al ripristino della legalità in Parlamento, risolvendo il caso dei 13 deputati che devono essere ancora eletti».

Secondo Santarossa la mancata soluzione del problema carcerario pordenonese è anche legata «ad un sistema elettorale che non vincola i consiglieri regionali al territorio nel quale vengono eletti». Per questo i radicali hanno raccolto le firme contro l'attuale legge elettorale e su una proposta che punta all'affermazione del modello americano.

Ste.Pol.