Comunicato 16-04-2002
"Il successo dello sciopero generale di ieri, dopo le innumerevoli prove tecniche delle settimane precedenti e a parte i disagi creati ai cittadini "non allineati", ha messo in evidenza la congenita ostilità delle organizzazioni sindacali e loro satelliti, a qualsiasi ipotesi di modernizzazione, innovazione, riforma del mercato del lavoro e al senso di urgenza di liberalizzzazione e apertura dei mercati. Può sembrare assurdo- afferma il Comitato Radicali Italiani del FVG- ma la manifestazione di ieri ha decretato il successo della politica conservatrice degli interessi dei "garantiti" e degli iscritti con l'unico effetto di colpire, insieme, non solo i diritti dei "figli", ma anche e soprattutto dei disoccupati dei lavoratori in nero e dei pensionati veri.
Ma l'aspetto forse più paradossale-prosegue la nota dei Radicali- è che i sindacati paiono non dar credito e tradurre in comportamenti coerenti le trasformazioni in atto che impongono velocità di idee e di esecuzione. Nei giorni scorsi la Banca centrale europea ha monitorato alcuni squilibri straordinari del mercato del lavoro italiano: in primo luogo quello territoriale, poichè siamo di gran lunga il paese con le maggiori differenze regionali tra tassi di disoccupazione. In secondo, è stato registrato che il numero dei posti vacanti si è impennato a causa della scarsa mobilità di lavoro tra regioni e scarsa mobilità tra tipologie diverse di lavoro. Infine, il triste record del mercato del lavoro globale italiano: la disoccupazione di lunga durata: più del 61% dei senza lavoro lo è da oltre un anno, in assoluto la più alta percentuale dell'Unione europea.
E qui il legame con lo scontro sull'articolo 18 è immediato, ovvero la mobilità è bloccata, il lavoratore è terrorizzato all'idea di perdere il posto di lavoro perchè sa che difficilmente ne troverà un'altro. L'imprenditore-puntualizzano i Radicali- non assume se non quando è proprio costretto perchè sa di caricarsi di un costo perenne. Insomma, i sindacati vogliono difendere un mercato del lavoro che è un disastro che limita l'occupazione e distrugge ricchezza anzichè ribaltare le rigidità che, per primi i Radicali si occuparono della questione con la raccolta firme referendaria del '99, attanaglia il mercato del lavoro. I temi sono tutti lì: statuto dei lavori, ammortizzatori sociali e indennità di disoccupazione, flessibilità in entrata e in uscita, incentivi all'occupazione. Si passerebbe così-concludono i Radicali- dalla difesa dei privilegiati di Cofferati &co. all'accesso nel mondo del lavoro dei disoccupati, degli ousider, di tutti i non garantiti dalle politiche regressive e antisociali".
Gianfranco Leonarduzzi