Il Messaggero Veneto 27-11-2001
Quelle a statuto ordinario si sono già svincolate. Il presidente Tondo: abbiamo allo studio procedure più snelle
TRIESTE - Le Regioni a statuto ordinario non hanno più controlli preventivi statali sugli atti amministrativi. Il Friuli-Venezia Giulia, invece, continua a sottoporre preliminarmente i propri alla Corte dei conti. La cosa, che sembra confermare il "sorpasso" della specialità, discende dalla Legge costituzionale 3/2001, sul Federalismo, da poco entrata in vigore. Vi si prevedono l'abolizione della verifica delle leggi da parte del Consiglio dei ministri (rimane solo l'impugnazione davanti alla Consulta), l'abolizione dei Coreco (in Regione, oggetto di polemiche), ma anche la soppressione del filtro a monte effettuato da organi dello Stato. Di fatto oggi, dal Veneto alle Puglie, c'è un solo controllo, quello gestionale; in Friuli-Venezia Giulia, invece ce ne sono due. E questo anche se l'articolo 10 della legge prevede la trasposizione delle forme di autonomia più ampie rispetto agli statuto speciali.
La provincia autonoma di Trento, in effetti, ha considerato automatico questo allineamento alle Regioni ordinarie, eliminando da subito l'invio degli atti alla Corte dei conti. La Val d'Aosta non ha problemi, perché il controllo preventivo non l'ha mai avuto. Il Friuli-Venezia Giulia ha preferito invece affidare la decisione ad un vertice politico istituzionale, che si terrà tra qualche giorno. Qualcuno sostiene che negli uffici ci siano preoccupazioni per la perdita del "paracadute", ovvero l'avallo costituito dal parere favorevole preliminare dell'organo di controllo statale. E tra le ipotesi correnti c'è anche quella dei controlli spontanei o volontari. Il presidente della Regione Renzo Tondo garantisce però che verrà scelta la via dello snellimento: «Non credo a una funzione consultiva della Corte dei conti, o a rapporti di garanzia reciproca. Il problema è se dobbiamo provvedere con una nostra norma o meno.
L'argomento era all'ordine del giorno delle passata seduta di giunta, ma abbiamo deciso di soprassedere per chiarire qual è la posizione più corretta». Ma perché un summit di maggioranza politica, se il problema è tecnico? «L'interpretazione delle norme non appare univoca, dunque c'è anche responsabilità politica, nelle scelte», spiega l'assessore Luca Ciriani. «Oggi o domani ci confronteremo in seno alla Casa delle libertà per capire che cosa vogliamo fare, e con quali strumenti: del resto le diverse Regioni non si sono tutte comportante nello stesso modo». La Lega pungola il Polo perché attui subito la deregulation. «Sono intervenuto perché si abolisca il Coreco e si smetta di inviare gli atti alla Corte dei conti per il controllo preventivo», dice il segretario Beppino Zoppolato. «C'è paura ad andare avanti? Chi ha paura stia a casa e non faccia l'assessore».
Dal canto suo l'opposizione ironizza. «Verso il federalismo la maggioranza regionale ha un atteggiamento a dir poco bizzarro: non vuol mollare nulla agli Enti locali, anzi accentra, come succede con la nuova legge sul Turismo. Però anche quando può liberarsi da pastoie romane, sembra temere la perdita di un controllo a priori che forse trovava rassicurante», nota lo Sdi Giorgio Baiutti. «Dopo aver tanto tuonato contro i due mesi persi inutilmente per colpa della Corte dei conti, adesso che c'è la possibilità di recuperarli, si preferisce lo statu quo».
L.S.