Il Piccolo 27-12-2001
Inutili finora i tentativi di modifica della legge regionale che assegna contributi solo ai figli di genitori sposati
Bruna Zorzini: «Siamo in attesa della decisione del Tar su un ricorso. E poi speriamo nell'aiuto degli esponenti laici della Casa delle libertà»
TRIESTE - Si riapre la «ferita» mai rimarginata dei sostegni alla famiglia normati dalla legge regionale. È passato un anno esatto dalla battaglia in Consiglio che portò la Casa delle libertà, sia pure con mille «distinguo» interni e varie prese di posizione di coscienza, ad approvare l'emendamento (primo firmatario il leghista Beppino Zoppolato, a seguire gli allora capigruppo di An e Fi-Ccd) che introdusse l'attribuzione di assegni a favore della natalità, ma fissando alcune regole (residenza della mamma in Friuli-Venezia Giulia, esclusione dell'aiuto per chi ha reddito inferiore alla pensione minima sociale «in maniera da scoraggiare - era stato spiegato allora - chi non può permettersi di fare un figlio e allevarlo decentemente», e per quelle coppie che mettono al mondo un bambino pur non essendo sposati e non provvedono a «regolarizzare» il proprio stato civile entro sei mesi dal lieto evento).
Da allora il consigliere regionale del Partito dei comunisti italiani, Bruna Zorzini Spetic, si batte con tutte le frecce al suo arco per far cambiare lo «status quo». Prima ha provato fiancheggiando il ricorso al Tar inoltrato mesi fa da una coppia di fatto triestina (il pronunciamento del Tribunale si fa ancora attendere); poi, in vista della Finanziaria 2002, presentando una serie di emendamenti correttivi. «Non mi facevo grandi illusioni - spiega Bruna Zorzini - circa il destino di quei emendamenti. Ho tentato, come mi ero ripromessa, di porre rimedio all'articolo 14 della legge sulla famiglia, attualmente discriminatoria. Ma come temevo, nessuno dei miei aggiustamenti è stato accolto dalla maggioranza, per cui ancora oggi le donne povere e e sole del Friuli-Venezia Giulia, le ragazze madri e le coppie di fatto si vedranno negare il sostegno invece dato ad altri. Così si andrà ancora a dividere i bambini della regione fra quelli di serie A e quelli di serie B. Per tutti - afferma ironica - ci saranno comunque a disposizione servizi sociali inefficienti cui neanche questo bilancio ha saputo correggere».
«I colleghi della maggioranza - continua l'esponente comunista - dicono che nella futura legge sulla famiglia si cercherà di cambiare in meglio l'attuale normativa. Per fortuna anche all'interno della Cdl ci sono alcuni spiriti libertari e laici: spero che le loro aperture riusciranno a condizionare positivamente il dibattito».
Bruna Zorzini Spetic pone inoltre l'accento su un altro tema a lei caro: «Devo registrare ancora una volta come la Regione consideri gli appartenenti alla minoranza slovena come "figliastri", da poter caso mai utilizzare come "ostaggi" quando serve. Non posso interpretare altrimenti l'atteggiamento della giunta che, per rifiutare l'ipotesi del non recupero della somma che la Regione aveva anticipato sui fondi statali 2002, ha risposto ribadendo che la Repubblica di Slovenia sembra abbia penalizzato quest'anno la minoranza italiana. A nulla è servito ricordare che i cittadini di lingua slovena che vivono e operano nel Friuli-Venezia Giulia sono una delle ragioni fondanti della nostra specialità e che la loro presenza è una ricchezza per il territorio. Per tutta risposta mi è stato bocciato un emendamento che chiedeva, nelle more della soppressione delle Comunità montane, che fossero i sindaci delle valli del Natisone a dire la loro sul miliardo che la legge di tutela destina per la rinascita economica di quel territorio».
a. b.