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Il Messaggero Veneto 12-05-2002

l coordinatore regionale azzurro commenta la scesa in campo della lista dell'esponente triestino

Romoli: non credo nell'asse Illy-Cecotti

Il deputato di Fi: si ripete il tentativo dell'aggregazione autonomistica fallita nel '98

di MICHELE MELONI TESSITORI

GORIZIA - «Illy in campo, anzi, la sua lista? Potrei dire: "Niente di nuovo sotto il sole"». Il coordinatore regionale di Forza Italia, Ettore Romoli, crede e no alla scesa in campo dell'ex sindaco di Trieste. Crede, invece, a una qualche difficoltà tattica dell'ex sindaco legata, dice, a due constatazioni: che «dopo le batoste elettorali della sua lista ha bisogno di rinsaldare i ranghi»; e che la raccolta delle firme per bocciare la legge elettorale regionale a suo parere non starebbe dando i frutti sperati.

Davvero il quasi candidato del centro-sinistra non la preoccupa?

«Illy doveva soddisfare due esigenze che non stento a definire drammatiche: ricompattare la sua lista, uscita malconcia dalle elezioni comunali e provinciali di Trieste, e, nello stesso tempo, rilanciare in campo regionale la sua presenza».

Perché dice drammatiche?

«Perché, per quel che ne so, la famosa raccolta delle firme per il referendum sulla legge elettorale non sta poi dando quei risultati entusiasmanti che gli organizzatori si attendevano. E Illy ce la mette tutta per dare un po' di fiato ai raccoglitori di firme e per ricompattare la sua lista».

Insomma, lei lo vede in difficoltà

«Dico che pratica un vecchio gioco: intanto non dice ancora che intende scendere in campo e si limita a mandare avanti i gregari. E io ho ben presente cosa fece nel '98: la stessa mossa. Proclamò un autonomismo triestino che si saldava con quello degli ambienti friulanistici e con don Corgnali e puntò al grande raggruppamento, perché era consapevole che un candiato triestino ben difficilmente avrebbe potuto sfondare in Friuli da solo. Cosí si mise alla ricerca di una personalità friulana che potesse guidare la coalizione, ma difronte al rifiuto dei piú, Illy finí con l'abbandonare la lista a se stessa. E anche Progetto Friuli naufragò».

L'operazione si ripete?

«Sí, e direi anche goffamente. Questa volta cerca di coinvolgere il sindaco di Udine».

Lo ritiene un tentativo destinato a fallire?

«Mi limito a constatare che Cecotti è un uomo della Lega, è un iscritto. E fino a prova contraria la Lega è un alleato fedele della Cdl. Per coronare il suo sogno, dunque, Illy dovrebbe convincere Cecotti a uscire dal Carroccio e a capeggiare il raggruppamento. Se penso al '98, sono almeno autorizzato a dubitare che l'operazione gli riesca. Anche per l'esistenza di una contraddizione quasi insanabile».

Quale?

«Il fatto che in tema di legge elettorale Cecotti si è schierato autorevolmente a favore del progetto approvato in consiglio e sorretto dalla Cdl. Mentre Illy affida le sue speranza a un clamoroso successo del referendum».

Però il tentativo è in atto e si regge sulla domanda di un fronte riformistico che smuova le acque.

«Lo ripeto: lui manda avanti i gregari e spera in questo raggruppamento triestino-friulanistico al quale agganciare il centro-sinistra che è piú che disponibile».

Lei sottintende che Ds e Margherita andrebbero al traino?

«In questa regione i Ds non hanno piú una funzione politica: si aggrappano come i superstiti della Medusa a qualsiasi zattera, pur di sopravivvere. E' già accaduto a Trieste con il delfino di Illy, Pacorini: un disegno scontato che si è tradotto in una sonora sconfitta».

Secondo lei Illy sente anche il richiamo delle amministrative di maggio?

«In questa tornata elettorale la prova veramente importante è quella di Gorizia dove effettivamente registro una situazione anomala nella quale, oltre ai due poli, si presenta una lista di ex-amministratori del passato. Indipendentemente dalle intenzioni di Scarano, che la guida, la collocazione a centro-destra di questa lista potrebbe oggettivamente favorire il centro-sinistra. Mi auguro non sia cosí, ma non ho notizie che Illy sia collegato a Scarano».

Ma lei come inquadra il comportamento di Illy?

«Dico che in questa regione, la politica, dopo le declamazioni sulla bontà del sistema bopolare, per colpa della sinistra si sta di nuovo incartando in una serie di astuzione volte sostanzialmente a ingannare l'elettorato. Però sono convinto che i cittadini sappiano ormai distinguere tra chi si presenta con la propria faccia e chi si nasconde dietro autonomismi di fatto smentiti dall'autoritarismo di chi pretende una legge elettorale a sua immagine e somiglianza».