| Home | Documenti | Foto | Risultati elettorali | Forum FVG | Posta | Link |


Il Piccolo 02-10-2001

Il senatore accusa il sottosegretario agli Esteri di voler trasformare il legame con la nostra minoranza in clientelismo

Caso Edit, Camerini difende l'Unione

E diventa un «giallo» il blitz di Roberto Antonione ieri sera a Zagabria

TRIESTE «Caso Edit», in difesa dell'Unione Italiana scende in campo il senatore Fulvio Camerini, che accusa i sottosegretari Antonione e Sgarbi di «partigianeria» nell'affrontare la delicata questione. Ma, per capire le argomentazioni dell'esponente triestino dell'Ulivo, ripercorriamo le ultime vicende che hanno avuto per protagonista la casa editrice fiumana, che pubblica la «Voce del Popolo» e altri periodici in lingua italiana. Giovedì scorso il governo croato ha deciso all'unanimità di assegnare l'Edit all'Unione Italiana, l'organismo che rappresenta i connazionali in Croazia e Slovenia. Decisione criticata dal sottosegretario agli Esteri, Roberto Antonione, il quale ha sollevato dubbi sulla capacità dei quadri dell'UI di gestire la casa editrice ed ha ammonito che il governo non scucirà una lira in assenza di un progetto di rilancio. Ad agitare ulteriormente le acque è giunta una dichiarazione del sottosegretario ai Beni culturali, Vittorio Sgarbi, il quale ha ipotizzato la fondazione di una nuova casa editrice per la minoranza in concorrenza con quella dell'Unione Italiana.

Dal canto suo, l'Unione Italiana, ha risposto di essere apertissima a interventi del capitale italiano, ipotizzando che le dichiarazioni di Antonione fossero frutto di un equivoco, ma ha respinto le accuse di scarsa professionalità dei suoi quadri e ha ricordato le tappe per arrivare al passaggio dell'Edit dallo stato croato all'ente che rappresenta i connazionali. Sulla questione una dura reazione anche dell'assessore regionale istriano, Silvano Zilli, che ha accusato Antonione e Sgarbi di «difendere interessi di parte».

E questo è, nel succo, anche quanto afferma Camerini, il quale sottolinea che «non esiste alcun Paese di piena democrazia che abbia una minoranza al di fuori dei confini nazionali i cui dirigenti politici sostengono o meno l'attività di della suddetta minoranza in base alla piena corrispondenza dei suoi esponenti con le idee politiche del governo».

«La minoranza italiana ­ continua Camerini ­ ha eletto democraticamente i suoi dirigenti, ha difeso sistematicamente la cultura di cui è portatrice, ha la sua legittimità e autonomia. La tutela e il sostegno alla nostra minoranza in Slovenia e Croazia non possono venire decise in base a considerazioni partigiane. Qualora ci si incamminasse sulla strada indicata dagli on. Sgarbi e Antonione ci troveremmo di fronte a un autentico disastro: non conviene a nessuno, non conviene al nostro Paese trasformare il legame della nostra minoranza con la madrepatria in un legame clientelare con la maggioranza di governo».

Per sentire la risposta di Antonione alle affermazioni di Camerini, abbiamo inseguito, telefonicamente, il sottosegretario da San Marino, dov'era ieri mattina, a Zagabria, dov'era nel pomeriggio e fino a tarda sera. Ma è stato tutto vano. L'incontro di Antonione con esponenti del ministero degli Esteri croato, avvenuto a Villa Prekrizje, una delle sedi di rappresentanza del governo e non al ministero degli Esteri, è stato coperto dal più stretto riserbo, sia da parte croata, sia da parte dell'ambasciata italiana, dove hanno risposto soltanto segretarie reticenti e nessun funzionario. Probabilmente perchè erano tutti a Villa Prekrizje.

Perchè tanto mistero? Antonione stesso aveva dichiarato alla «Voce del Popolo» di sabato scorso che si sarebbe recato a Zagabria per parlare dell'Edit. Dal canto loro, fonti del ministero degli Esteri croato avevano parlato di un incontro per fare il punto sulla prossima visita del presidente Ciampi, confermata per il 9 e il 10 ottobre prossimo. Ma nessuno ha voluto rendere noto nemmeno il contenuto dei colloqui.

Pierluigi Sabatti