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Il Piccolo 15-06-2002

L'ex presidente della giunta, ora forzista, contesta gli errori politici degli azzurri e non si dice sorpreso per il flop elettorale patito dal Centrodestra nell'Isontino

Biasutti: «Antonione troppo lontano dalla regione»

«Forza Italia deve trovare personaggi e programmi credibili da proporre. Illy "favorito" dall'effetto Gorizia»

TRIESTE - È perplesso, ma non sorpreso. Del resto ne ha viste troppe per concedere più di un'alzata di sopracciglia alla debacle di Forza Italia e del Polo tutto a Gorizia, e al clima da psicodramma che caratterizza gli azzurri nel dopo-elezioni. Parlare di naufragio annunciato sarebbe un po' forte, ma Adriano Biasutti, ex presidente della giunta regionale, democristiano storico ma ultimamente vicino agli azzurri, qualche scricchiolìo lo aveva già avvertito da tempo. La salita sull'Aventino, a Trieste, del fedelissimo Piergiorgio Luccarini, le frizioni crescenti tra il pordenonese Agrusti e il goriziano Romoli erano suonate come altrettanti campanelli d'allarme, conferme che Forza Italia aveva fatto ben pochi passi avanti sul piano organizzativo e continuava fondamentalmente ad essere un partito catodico e monoteista, legato a doppio filo all'estro e agli umori di Berlusconi.

Dice: «Qualcuno si era illuso che il sistema che prevedeva il travaso di poteri in periferia, ai vari coordinatori fosse provvisorio, dovesse prima o poi culminare in un'organizzazione del partito di tipo tradizionale, ma non è successo, se non parzialmente a Udine e Pordenone». Sembra di capire che Berlusconi era e rimane il partito, lo raggruppa nella sua persona... Esiste la convinzione diffusa che basti il suo carisma per risolvere tutto, ma i fatti hanno dimostrato che non è sufficiente. Certo è strano...

Che cosa è strano?

Forza Italia ha ereditato in pratica il ventaglio del vecchio pentapartito, raggruppa ex democristiani, ex socialisti, ma i forzisti della prima ora continuano a credere che bastino due bandiere e due inni per risolvere tutto...

A Gorizia non è bastato...

Appunto. Quel flop, diciamolo, era prevedibile. Forza Italia, per una serie di motivi, si è trovata ad avere il compito di guidare la coalizione, considerato che la Lega è in calo e sempre più rissosa e An, a parte un paio di personaggi, continua ad essere soltanto quella del vecchio Movimento sociale. Ebbene, ha saputo gestire questo pesante onere solamente presentando una classe dirigente non strutturata e candidati improvvisati, tirati fuori dal cappello a cilndro all'ultimo momento e mandati allo sbaraglio contro uno come Brancati, che non è l'ultimo arrivato... Inoltre...

Inoltre?

E' stato sottovalutato l'effetto che questa sconfitta può avere in chiave elezioni regionali 2003. Quello delle elezioni di mezzo è sempre un momento particolare, costituisce una verifica forte anche a livello nazionale perchè fotografa la reale consistenza del consenso....

...Che risulta piuttosto eroso anche dalla vicenda della legge elettorale...

In tutta franchezza, sono convinto che quello della legge elettorale sia solo un falso problema. La questione non è solo quella di cambiare, di modificare la legge o di trovare qualche nuovo marchingegno, e non è neanche vero che il "Tatarellum" sia tanto meglio. Qualunque sia la formula cerchiamo di non dimenticarci che sarà sempre un candidato del centrodestra che dovrà vedersela con uno del centrosinistra, anche se devo dare ragione a Illy...

In che senso?

Recentemente ha detto che, morte le ideologie, l'opinione pubblica valuta solo i personaggi e i loro programmi. E' assolutamente vero, solo che Forza Italia, sotto questo profilo, è doppiamente in difficoltà perchè non ha nè personaggi nè programmi credibili da proporre. In effetti non sembra sicuro della ricandidatura neanche il presidente Tondo. In quel caso bisognerà vedere come Tondo arriverà a ridosso delle elezioni. Lo farà da leader, buttando sul tavolo tutte le coose realizzate? In questo caso può giocarsela, diversamente sarebbe un candidato debole. Riccardo Illy non ha alle spalle una grande coalizione, ma può di certo puntare sull'effetto-Gorizia...

... E probabilmente su quello del referendum elettorale...

Lo ammetto, quello del referendum, è stato un espediente usato furbescamente dal centrosinistra per rivitalizzarsi, riuscendo tra l'altro a catturare strada facendo altri consensi.

A chi si riferisce?

A certi vecchi marpioni, lo dico in senso positivo, sia chiaro, come Carbone, Renzulli, ma anche Appiotti e Barnaba, che si stanno riposizionando.

Ma Forza Italia cosa fa, nel frattempo?

Mi sa che andrà incontro a un dibattito difficile...

Ma è tutta colpa del coordinatore Roberto Antonione, come si lascia intendere a livello nazionale?

Antonione ha avuto un mandato di grande prestigio, e ha dovuto operare contemporaneamente su due fronti. Vero è anche, però, che dà l'impressione se non proprio di disinteressarsi quantomeno di non impegnarsi a fondo nel Friuli Venezia Giulia.

A proposito di vecchi marpioni e di riposizionamento, non è che anche lei ha fatto un pensierino al salto di schieramento?

No, nel centrosinistra continuano a convivere troppe contraddizioni, non potrei. Al suo interno continuano ad esserci quelli che hanno fatto la rivoluzione, finta, di questa Paese...

In una battuta, è ottimista o pessimista sul futuro dell'alleanza di centrodestra?

Sono pessimista, ma più che altro sul futuro di questa Regione.

Furio Baldassi