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Il Piccolo 29-11-2001

Il senatore triestino Camber chiede in aula che il governo si occupi della questione. E scoppia la polemica

Beni abbandonati, la maggioranza si divide

Approvata in extremis la mozione unitaria sul prossimo vertice di Laeken

ROMA - La mozione bipartisan con la quale maggioranza e opposizione hanno dato la loro benedizione all'azione del governo al prossimo vertice europeo di Laeken (che dovrà decidere su questioni nodali come la Costituzione dell'Ue, l'allargamento e la candidatura di Amato alla guida della Convenzione eruopea per le riforme) ha rischiato di saltare all'ultimo momento, quando il senatore triestino di Forza Italia, Giulio Camber, ha presentato una proposta di risoluzione (la numero 5) per «richiamare l'attenzione del Governo sul complesso, annoso e delicato problema dei diritti dei circa 350.000 cittadini italiani che dovettero «esodare» dall'allora Jugoslavia e che attendono ancora oggi di vedere definita la propria posizione giuridica», sottoscritta da altri quattordici senatori della destra.

L'iniziativa provoca un palpabile imbarazzo nei banchi del governo, dove siedono il ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, e il responsabile dei rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi. Superando l'iniziale sorpresa, Ruggiero premette che «questo Governo ha un'attenzione prioritaria sui problemi degli esuli, anche sotto l'aspetto personale, emotivo, emozionale di questi ottimi italiani» e annuncia di «accogliere la proposta di risoluzione come raccomandazione, assicurando che il Governo italiano, in particolare questo Governo, ha sempre agito perchè, nell'armonizzazione delle legislazioni della Croazia e della Slovenia con la legislazione comunitaria (armonizzazione che è in atto e che costituisce un impegno di questi Paesi nel loro avvicinamento alla Comunità) ci sia anche il principio della non discriminazione». Il senatore Camber accoglie il suggerimento «tecnico» di Ruggiero e la questione sembra chiusa. Ma un intervento del senatore Pellicini (An) contrario alla trasformazione in «raccomandazione» e un battibecco con il ministro per i rapporti con il Parlamento, Carlo Giovanardi (Ccd), riaccendono la discussione che vede dividersi la maggioranza, da una parte i gruppi di Forza Italia e Ccd, dall'altra An, che vuole un voto. Giovanardi spiegherà più tardi che l'intervento di Camber era «estemporaneo», intendendo che era inopportuno nel momento in cui si era faticosamente costruita l'unanimità sull'azione da svolgere a Laeken.

Unanimità che viene salvata dal presidente Marcello Pera, il quale, accantona la risoluzione numero 5, e mette ai voti la mozione unitaria, che ottiene il via libera. Riprende quindi la discussione sulla risoluzione Camber con l'intervento del senatore diessino, Milos Budin, il quale afferma che la risoluzione non sarà votata dal suo gruppo perchè «ha qualcosa di ambiguo», che non è necessario «usare toni da ricatto» per riesaminare, per quanto ancora possibile, la questione dei beni abandonati. E insiste che vanno rispettati i trattati perchè si realizzi con Slovenia e Croazia «un'altissima collaborazione».

A togliere la castagne dal fuoco ci pensa nuovamente Pera, che propone di dedicare all'argomento esuli una discussione ad hoc in Senato, e passa la palla a Camber, primo firmatario e quindi «arbitro» della situazione, il quale chiede una pausa. Però ragioni tecniche non la consentono. Ed ecco che interviene il ministro Giovanardi, il quale accoglie, a nome del governo, la proposta di Pera di trasformare la risoluzione in una mozione e di dedicarle una specifica discussione in aula. An, per bocca del senatore Tofani, accetta di «non farne un caso». Anche la senatrice Toia della Margherita dice che il suo gruppo è pronto « a sviscerare questo argomento quando si deciderà di farlo», però, aggiunge che «non piace questa formulazione perchè sembra di riaprire questioni ormai chiuse con Paesi con i quali da tanti anni abbiamo intessuto relazioni diplomatiche forti».

Il ping pong parlamentare si chiude con il ministro Ruggiero che propone comunque di svolgere la discussione quando il comitato di esperti, istituito dalla Farnesina per esaminare la questione, avrà presentato i suoi lavori, e con il senatore Camber che ritira la sua proposta di risoluzione, ben contento di aver ottenuto un dibattito in aula sulla questione degli esuli.

Ma non basta, a seduta conclusa, Camber annuncia che presenterà un disegno di legge per l'istituzione di «una commissione d'inchiesta interparlamentare sull'attuazione da parte della Jugoslavia prima e degli Stati succedutisi ad essa poi di quanto convenuto e pattuito nei Trattati di pace prima, nel cosiddetto Trattato di Osimo e poi in tutti gli altri atti frutto di convenzioni bilaterali, per verificare se e in che misura sono compatibili con la legislazione comunitaria gli accordi che avevano per oggetto i beni immobili dei cittadini italiani costretti all'esodo, se abbiano avuto congrua aplicazione e se, alla luce del diritto comunitario, si possano proporre formule e soluzioni adeguate». Perplesso sulla proposta il ministro Giovanardi. Si profilano altre spaccature?

Pierluigi Sabatti