Il Piccolo 28-11-2001
ZAGABRIA
Il Presidente sloveno Kucan invita i croati ad affrontare insieme
la gestione degli accordi con l'Italia
E invece sul confine tra i due Paesi le posizioni rimangono ancora distanti
ZAGABRIA - Beni abbandonati: affrontiamo insieme il contenzioso con l' Italia. L'invito lo ha formulato ieri il Presidente sloveno, Milan Kucan, in visita al collega Mesic. Non in questi termini ovviamente, ma usando un linguaggio più diplomatico, parlando di «capacità di liberarsi delle ipoteche del passato comune e di affrontare le questioni aperte con spirito europeo». Kucan, pur senza menzionare esplicitamente la spinosa questione dei beni abbandonati dagli esuli, ha citato l'attuazione dei trattati di Osimo e di Roma, ereditati dall'ex Jugoslavia. Mesic ha concordato. E adesso bisognerà vedere se si svilupperà sul «caso» un asse Lubiana-Zagabria.
Anche se è certo che ci sono già contatti continui tra i due governi sul tema. Ma se vi è concordanza di vedute su come comportarsi con Roma, l'incontro dei due presidenti non ha dato nessun esito per quanto riguarda il confine croato-sloveno. Nella visita ufficiale a Zagabria di Kucan (la prima volta dopo l'insediamento di Mesic, nel febbraio dell'anno scorso), è stata confermata la volontà dei due capi di stato di costruire buoni rapporti tra i due Paesi ma ha confermato anche quanto distanti siano le posizioni di Slovenia e Croazia sulla proposta di accordo sui confini, concordata dai due governi nel luglio scorso ma non ancora sottoscritta dai premier. Al termine dei colloqui, Kucan ha ribadito di considerare quella proposta un buon compromesso.
Per Mesic, invece, si deve continuare a cercare una soluzione che soddisfi entrambi i Paesi. Buona parte delle forze politiche e dell' opinione pubblica croata, infatti, considera penalizzante per Zagabria la proposta di divisione del golfo di Pirano. Indipendentemente dal tempo che ci vorrà per approvare e ratificare l'accordo sui confini - ha aggiunto comunque Kucan è importante che i due Paesi cerchino di risolvere le altre questioni ancora aperte, in primo luogo lo status della centrale nucleare di Krsko e il debito della ex Ljublianska banka nei confronti dei risparmiatori croati.
La diversità di vedute tra Zagabria e Lubiana sul confine, specie quello marittimo, è emersa anche nel corso dell'incontro a Budapest tra i presidenti dei due parlamenti, Zlatko Tomcic e Borut Pahor. È meglio se riusciamo a risolvere il problema da soli, ha dichiarato nell'occasione il presidente del Sabor croato Tomcic, ma se anche si dovesse ricorrere all' arbitrato internazionale non sarebbe una tragedia.
Pierluigi Sabatti