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Il Messaggero Veneto 19-01-2002

Avvio al lavoro: un progetto-pilota per i minori stranieri

TRIESTE - Regione e prefettura di Trieste hanno pronto un accordo che consentirà ai minori stranieri non accompagnati, sono alcune centinaia, attualmente ospitati a spese dei comuni, di entrare nel circuito lavorativo locale, possibilità finora preclusa dalla normativa in vigore, che prevede la loro espulsione al compimento della maggiore età. Lo ha anticipato ieri il prefetto Grimaldi, intervenendo all'apertura della conferenza euro-mediterranea a Trieste su nuovi orizzonti per migranti, rifugiati, e diritti umani, organizzata dall'istituto Euromed regionale diretto da Lucio Gregoretti, che ha avuto il sostegno della Commissione Europea e della regione.

Il sottosegretario agli esteri Roberto Antonione, impegnato con il presidente della Repubblica per motivi istituzionali, ha inviato un messaggio, in cui condivide le motivazioni dei promotori della Conferenza. I ragazzi che arrivano nelle maniere più disparate nel territorio regionale, potranno rimanere in Friuli-Venezia Giulia con un permesso di lavoro, ed è uno sviluppo interessante da più punti di osservazione. Innanzitutto apre ai minori provenienti da paesi in preda a conflitti o a condizioni socio economiche e convivenza assai grame, l'opportunità di avere un percorso lavorativo e di crescita abbastanza normali, solleva i comuni dall'onere, a volte rilevante, del mantenimento di questi giovanissimi, spesso sottratti al racket della malavita che organizza viaggi della speranza e poi li molla alle frontiere, dopo aver spolpato i genitori o i parenti.

Attualmente i ragazzi che giungono alle frontiere senza famiglia e che vengono posti sotto la responsabilità dei sindaci, perché spetta ai comuni occuparsi di assistenza, a seconda dell'età frequentano corsi di formazione professionale, ma non possono mettere a frutto le competenze acquisite, appunto perché privi del permesso di soggiorno per motivi di lavoro. Sono perciò costretti a vivere sulle spalle dei Comuni finché, al compimento dei 18 anni, scatta il provvedimento di espulsione, proprio perché non hanno i documenti in regola per restare. Una specie di labirinto da cui non era possibile uscire, ora invece la speranza di rimanere a pieno titolo in Friuli Venezia Giulia per lavorare, diventa più concreta.

La regione, è stato detto durante la Conferenza, che si concluderà oggi, si è dimostrata sensibile all'accoglienza degli immigrati, e come ha ricordato l'assessore Giorgio Venier Romano può diventare il centro della nuova Europa allargata. Gregoretti aprendo i lavori della Conferenza aveva rammentato che il numero dei richiedenti asilo è sempre in aumento, e che nei prossimi 20 anni, mentre nei paesi europei la popolazione aumenterà di 4 milioni, nella fascia del mediterraneo ci sarà un incremento di 130 milioni.

Maria Rita Branca