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Il Messaggero Veneto 16-11-2001

L'assessore forzista contesta il presidente sulla nomina di Melò. Oggi l' assemblea della società

Frattura in giunta su Autovie venete

Franzutti: ha deciso da solo in buona fede, ma così ha aperto un problema politico

TRIESTE - «Chiedo a Tondo margini di confronto e di ripensamento, perché l'indicazione di Dario Melò, per i modi e i tempi in cui è avvenuta, è un atto infelice. Non metto in discussione la buona fede del presidente, della quale sono convinto, ma guardo ai risultati». Franco Franzutti, assessore regionale a Viabilità e Trasporti, e responsabile dell'ala azzurra di Trieste, si mette di traverso sul brevissimo percorso di nomina per la massima carica di Autovie venete (calendarizzata stamane, con giunta per le nomine alle 9.30 e assemblea alle 10). Lo fa con una lettera ufficiale inviata al presidente e con dichiarazioni tecnico politiche che costituiscono una vera e propria arringa d'accusa.

«Cominciamo col ricordare come, in passato la giunta votasse il candidato da designare. Poi la Corte costituzionale, intervenendo sul caso di una spa della Regione Sicilia, ha sancito che anche nei casi di maggioranza pubblica si deve seguire la via prevista dal codice per le società private», premette Franzutti. «A questo punto Tondo può accettare o meno la contrattazione politica. Nel caso decida di rifiutarla, avocando tutto all'esecutivo, sarebbe però opportuno che lo rendesse noto in maniera chiara. Per evitare che si susseguano le dichiarazioni dei notabili, e anche che il coordinatore regionale di Forza Italia, alla quale notoriamente spetta la carica, esprima ufficialmente quale indicazione del partito un nome che verrà poi clamorosamente smentito», spiega Franzutti. «Se decide di mantenere tutto in capo alla giunta, poi, il presidente dovrebbe fare almeno un giro di consultazione tra gli assessori. Se invece vuole procedere da solo, può fare la sorpresa a tutti, ma gli corre l'obbligo di fornire, con il nome, un adeguato curriculum e un programma. Altrimenti si ha una presa d'atto forzata e è avvenuta all'istante, perché è difficile fare osservazioni o ragionare su cose o persone che non si conoscono».

«C'è da dire osservare un'altra cosa. Come detto, la presidenza di Autovie è di Forza Italia. Ma Tondo ha voluto puntare su un uomo svincolato dalle logiche dei partiti, dice. E voglio assolutamente credergli. Ma di fatto sono solo alcuni ad essere contenti della scelta. Non dico che siano stati fatti accordi sottobanco: dico ciò che appare all'evidenza. Ed è questo che conta in politica, non la buona volontà e la sincerità di Tondo, che finiscono per diventare un boomerang», dice ancora Franzutti. E conclude chiedendo un ripensamento. «Abbiamo perduto tanto tempo, su Autovie, che non sarà decisivo qualche giorno in più o in meno. Poiché c'è stata un scelta infelice, nei metodi, nei tempi e negli esiti, anche se non nel diritto e nelle intenzioni, e poiché non è stato ancora completato l'iter con la votazione formale, credo che sia il caso di ridiscutere tutto.

Sarebbe peraltro anche opportuno disporre un'audizione per capire meglio chi è Dario Melò, e quanto tempo è disposto a impegnare per questo eventuale nuovo incarico».

Luciano Santin