Il Piccolo 15-03-2002
Ribadito l'orientamento negativo delle autorità comunitarie a un'eventuale prolungamento della concessione autostradale senza la gara d'appalto
Il commissario Bolkestein non lascia speranze rispondendo a un'interrogazione di Messner
BRUXELLES - Nuovo avvertimento comunitario al governo italiano e alle tre concessionarie autostradali coinvolte nella realizzazione del Passante di Mestre: la Commissione europea ieri ha ribadito tutti i suoi dubbi, tendenti al «no», sul sistema di aggiudicazione diretta che il Consiglio dei ministri vorrebbe seguire per assegnare l'appalto della costruzione e soprattutto della gestione del nuovo raccordo tra Dolo e Quarto d'Altino. La posizione di Bruxelles è stata ribadita chiaramente nella risposta a un'interrogazione scritta presentata dallo scalatore altoatesino Reinhold Messner, nella sua qualità di europarlamentare.
Ricapitolando: ora la gestione dell'attuale snodo è ripartita tra la società Autovie Venete (la cui concessione scade nel 2017), la Società Autostrade e la Padova-Venezia. Le tre concessionarie si sono di recente riunite, assieme ad alcuni istituti di credito veneti, in un Consorzio temporaneo d'impresa sorto per costruire e poi gestire il nuovo tratto autostradale. È chiaro che questa nuova società punta, come garanzia di rientro degli investimenti, a vedersi garantita per un lungo periodo la gestione dell'opera, tramita il rinnovo delle concessioni già in essere. Roma è disposta a dare il suo ok (lo prevede, tra l'altro, esplicitamente la legge sulle Grandi opere approvata a Montecitorio l'altro giorno e ora all'attenzione del Senato); ma Bruxelles punta i piedi: per le autorità europee la costruzione (e questo nessuno lo contesta) e la gestione (e qui c'è il contrasto) del nuovo tratto autostradale dovranno passare attraverso una gara di appalto in sintonia con le regole comunitarie.
Il punto cruciale della questione è di definire se i lavori del Passante di Mestre vadano considerati come «nuova opera» o solo come un miglioramento del raccordo già esistente. Il governo italiano sostiene quest'ultima tesi per motivare l'assenza di una gara e far decollare i lavori. La bilancia della Commissione pende invece dall'altra parte: sia che si parli di un raccordo di superficie o di un tunnel sotterraneo, causa in cui ci si troverebbe indubbiamente davanti a qualcosa di nuovo, l'opera è da considerarsi nuova. Di conseguenza, per l'esecutivo non esistono molte scappatoie, l'unica via percorribile è quella della gara d'appalto. Il che esclude la promessa di aggiudicazione della gestione alla triade società Autovie Venete, Autostrade, Padova-Venezia.
A riaprire il dossier, uno di quelli che si promettono caldi, è stato come accennato Reinhold Messner, che ha inviato un'interrogazione scritta alla Commissione per fare chiarezza sulla questione, in seguito alle notizie diffuse sulla stampa italiana per cui il Governo vorrebbe concedere direttamente l'appalto del Passante. È il commissario per il mercato interno Fritz Bolkestein a sciogliere quasi tutti i dubbi sui pensieri segreti della Commissione europea in merito: i servizi hanno studiato gli aspetti legal-comunitari dell'eventuale concessione data in modo diretto alle tre società. È stata passata alla lente d'ingrandimento la compatibilità con la legislazione comunitaria relativa al coordinamento delle procedure del mercato pubblico. Risultato: i servizi della Commissione hanno «a più riprese manifestato i loro dubbi alle autorità italiane a proposito dell'eventuale concessione alle tre società senza una gara d'appalto preventiva a livello comunitario». Il responso definitivo di Bruxelles si avrà però, scrive Bolkestein, solo a fatto avvenuto ma, viste le premesse legali e i vari avvertimenti lanciati al nostro governo, è difficile sperare in una assoluzione.
Laura Forzinetti