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Il Messaggero Veneto 30-12-2001

Autovie, su 3000 miliardi ne mancano 1800

Melò: sul tavolo di Tondo il confronto sul pacchetto di investimenti, dal passante alla terza corsia

UDINE - L'eco delle dichiarazioni del presidente degli industriali friulani, Adalberto Valduga, sulla necessità di privatizzare Autovie ha raggiunto anche il presidente della spa, Dario Melò. Il quale non vuole pronunciarsi sull'argomento preferendo spostare l'attenzione su quelle che ritiene la priorità del momento, ovvero l'individuazione della missione dell'azienda ad opera del suo azionista di riferimento. Tocca alla regione lascia capire il presidente Melò decidere cosa deve fare Autovie, e il pretesto per fissare gli obiettivi è solo casualmente dovuta alla costituzione della società consortile del passante di Mestre e all'insertimento della terza corsia nel piano delle opere.

Non è solo quindi una questione di ricrcare ulteriori risorse, attualmente mancano circa mille cinquecento milioni, novecento milioni per la terza corsia e 450 per la quota parte del passante. E la privatizzazione solo uno dei sistemi offerti dal mercato per reperire finanziamenti, il nodo vero è la presa d'atto da parte dell'azionista che i cento chilometri di autostrada concessa in gestione ad Autovie Venete sono gli ultimi del corridoio cinque che passano nel territorio dell'Ue, almeno finchè non vi entrerà la Slovenia. Sono insomma una sorta di ultimo miglio che rende veramente strategico il ruolo della regione e di conseguenza della sua società, senza dimenticare che questa valenza geopolitica non durerà in eterno.

Comprensibile dunque che Autovie e il suo nuovo presidente Dario Melò aspettino dalla giunta di Renzo Tondo un pronunciamento chiaro sulla mission della concessionaria autostradale, a cui dovrà accompagnarsi l'impegno sul fronte del governo nazionale affinchè premano sull'Ue e sull'Anas, che deve approvare l'atto aggiuntivo al piano finanziario del 1997, relativo al passante di Mestre e dare il via libera anche alla costruzione della terza corsia da Quarto D'Altino fino a Palmanova. L'Anas, è bene ricordarlo, quattro anni fa aveva cassato questo tracciato, concedendone soltanto uno limitato da Quarto d'Altino a S.Donà di Piave, il piano finanziario, questa era stata la motivazione, non avrebbe retto il peso dell'opera.

Qualora l'Anas dovesse dare il placet al business plan per il passante di Mestre, resta il fatto inoppugnabile che Autovie dovrà trovare nuovi fondi a meno che la regione non intenda stravolgere il piano delle opere, che contiene tra l'altro i caselli di Palmanova e Ronchis, e l'ultimazione dell'A28. Sul fronte della gestione è già a buon punto la risoluzione del nodo ST, la cui ristrutturazione sarà portata a termine in tempi strettissimi.

Maria Rita Branca