Il Messaggero Veneto 03-10-2001
Alla vigilia della convocazione dell’assemblea straordinaria resta ancora incerto il futuro della società
UDINE – Ancora incerto il destino del consiglio di amministrazione di Autovie venete. Ora tutta l'attenzione si sposta sulle dimmissioni dei consiglieri indicati da Alleanza nazionale che assieme a quelle dei tre leghisti e di parte di Fi potrebbero cadere il presidente Valori dall'interno, togliendo dall'imbarazzo chi aveva invocato la revoca da parte della giunta regionale.
Ieri gli assessori di An avevano convocato un vertice con i propri rappresentanti in Autovie, Strisino, Lucchini e Parigi. Ma la riunione, nel corso della quale l’assessore triestino Dressi ha avanzato esplicitamente la possibilità di dimissioni anche da parte dei componenti nel Cda di An, si è chiusa con la richiesta da parte di questi ultimi di una preciusa indicazione romana. In sostanza Strisino, Lucchini e Parigi hanno affermato di essere pronti a diumettersi soltanto ditero un invito preciso ad uscire del sgeretario nazionale Fini. In caso contrario i tre consiglieri rimaranno al loro posto, essendo stati sempre d'accordo con le scelte effettuate da Valori. Anche perchè la posizione di Dressi non è comunque condivisa da tutto il partito.
L'assessore Paolo Ciani, responsabile dell'ambiente, raggiunto dopo il vertice udinese, ha dichiarato che «ogni decisone è stata rinviata a oggi». Alla domanda sulle intenzioni della Lega di mettere in crisi la giunta Tondo se non cambierà l'organigramma di Autovie, Ciani ha risposto: «non è una novità, la Lega ha minacciato tante le volta la crisi o di togliere l'appoggio esterno quando non era in giunta». Ciani glissa anche su un presunto accordo che prevederebbe la presidenza a Forza Italia, gettonato Adalberto Donaggio ora in Autovie e servizi, due vice presidenze operative, ad An e Ln, l'amministratore delegato alla Ln, si salverebbe Riccardo Riccardi di area An alla direzione generale. La Lega avrebbe 4 consiglieri, rientrerebbero nel cda i tre di An, se si dimetteranno, e per il resto ci sarebbe il ripescaggio di qualcuno ma non di tutti gli attuali componenti. L ’assessore all’ambiente replica con cortesia che di documenti scritti non ne ha visti e che non neppure ha partecipato a vertici di maggioranza.
La guerra delle dimissioni è partita da tempo, appurata la non disponibilità di alcuni assessori regionali a votare la revoca per Valori e il cda. Per cambiare presidente, con una manovra interna, ritenuta meno traumatica della sfiducia del socio di maggioranza durante l'assemblea del 4 ottobre, è necessaria la rinuncia di almeno 7 consiglieri, ai tre di area leghista potrebbero aggiungersi 2 dei 4 forzisti presenti, e siamo a 5, ma se non se ne vanno anche i 3 di An, i conti in ogni caso non tornano. Dato per scontato che non sarà certo il rappresentante del socio privato, Franco Baudone ad abbandonare il consiglio, lo zoccolo duro sarebbe rappresentato proprio da Alleanza nazionale, per ironia della sorte, il più leale sostenitore di Valori in questi ultimi mesi. Si comprende quindi che per far cambiare idea agli interessati ci voglia non meno del parere dell'onorevole Fini in persona, anche se Ciani spera proprio che non sia necessario arrivare a tanto e che la situazione si chiarisca oggi.
La presidenza di Autovie potrebbe entrare inoltre nel generale riassetto di altri importanti enti, che interesserà i vertici di Friulia, Finest, Mediocredito, porto di Trieste e probabilmente anche aeroporto di Ronchi. Intanto si è conclusa sempre ieri la missione romana del vice presidente di Autovie, Lucio Leonardelli e dell'amministratore delegato Giovanni Tassan Zanin, che hanno concordato con il presidente Valori lo svolgimento dei lavori dell'assemblea, dove si discuterà la modifica dell'art.16 dello statuto (sulla ripartizione del numero di consiglieri tra i vari azionisti), prima di ascoltare il rappresentante della Regione che l'ha chiesta e che potrebbe anche farne ocnvocare un'altra tra un mese per approfondire il piano strategico di Autovie approvato di recente a maggioranza.
Maria Rita Branca