Il Piccolo 23-10-2001
Il caso politico che ruota attorno alla concessionaria autostradale si tinge di giallo: misterioso furto della borsa dell'amministratore delegato Tassan Zanin
La valigetta era stata lasciata in auto ad Aviano. Un'ipotesi però dà credito alla pista della microcriminalità
PORDENONE - Un finestrino sfondato e dall'abitacolo della Merced C 200 di Giovanni Tassan Zanin scompare una borsa portadocumenti di particolare valore. Il furto, messo a segno sabato sera ad Aviano, in un cortile di pertinenza di un'abitazione privata dove l'amministratore delegato dimissionario di Autovie Venete era ospite assieme alla moglie, è stato denunciato ai carabinieri della locale stazione e pare essere inserito in una sorta di raid che alcuni malviventi hanno compiuto nella cittadina della pedemontana pordenonese nella stessa serata. Oltre alla Mercedes di Tassan Zanin sarebbero state colpite altre 7 vetture. Dall'auto del manager, oltre alla borsa portadocumenti, è sparita anche la borsetta della moglie, che conteneva denaro contante, bancomat e carta di credito, documenti personali. Di scarso valore economico, ma decisamente interessante, era il contenuto della 24 ore di Giovanni Tassa Zanin.
«Prevalentemente fotocopie di alcuni verbali, copia del piano strategico della Spa, i progetti dei caselli di Ronchis e degli interventi sulla Villesse-Gorizia, la relazione su St e su Crs (le due società sotto il controllo di Autovie), il piano finanziario della spa, copia della relazione che ho reso durante l'assemblea... direi che si trattava esclusivamente di materiale inerente l'incarico svolto presso Autovie Venete - spiega Tassan Zanin - e di progetti e relazioni che richiedevano un approfondimento da parte mia».
Eppure, attorno al furto ai danni dell'amministratore delegato, è facile intuire il giallo. È ovvio che se quella "spaccata" è stata opera di balordi a caccia di contanti e oggetti di valore, la borsa portadocumenti verrà probabilmente recuperata in qualche fosso o in un'area non troppo frequentata. Se invece il furto aveva come oggetto principale proprio la documentazione (tra cui anche alcuni fogli riservati) che il manager aveva con sè, né le carte né la valigetta torneranno nelle mani del legittimo proprietario.
Attorno alla complessa vicenda Autovie Venete, alle dimissioni forzate di Giancarlo Elia Valori, a quelle che le hanno precedute e seguite, sono state avanzate numerose illazioni. E in questo quadro che lascia ampi spazi di manovra alla fantasia, e alla fantapolitica, c'è chi sugggerisce che anche un furto di documenti può assumere una rilevanza diversa da quel che appare.
Intanto si avvicina la data dell'assemblea già convocata il 9 novembre per l'elezione del nuovo consiglio di amministrazione e, quindi, del nuovo presidente. La ridda di voci sui possibili candidati si arricchisce, giorno dopo giorno, di nuovi nomi, ma al momento non risulta abbia avuto luogo la riunione tra le forze politiche che compongono la maggioranza (Forza Italia, Ccd, An, Lega Nord) per definire con puntualità gli incarichi, in particolare quello del presidente e dell'amministratore delegato.
Ancora da chiarire anche il «peso» che il Friuli-Venezia Giulia intende riconoscere al Veneto dopo l'approvazione della modifica dello statuto che assegna le presente nel Cda secondo un criterio prettamente «proporzionale» e in rapporto diretto con le quote di capitale detenute dai soci. Su questa particolare questione il dibattito, com'è noto, è ancora aperto perchè il governatore del Veneto, Giancarlo Galan, ha annunciato l'intenzione di ricorrere contro la modifica allo statuto. Sempre che i due presidenti, Tondo e Galan, non trovino nella strada della mediazione, la via d'uscita ideale all'attuale inasprimento di rapporti.