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Il Messaggero Veneto 25-03-2002

Domani il consiglio regionale approverà il testo unico che interessa 30 mila imprese e 100 mila addetti

Artigiani, una legge che ne cancella 65

Venier Romano: il dopo-Esa all'insegna dello snellimento delle procedure e della concertazione

TRIESTE - «Ero contrario alla soppressione dell'Esa, decisa prima che diventassi assessore, ma dalla concertazione con le associazioni e dal dibattito molto franco con tutte le forze politiche posso dire che abbiamo ricavato indicazioni tali da snellire il sistema legislativo per l' artigianato e da potenziare il servizio alle imprese. Credo che avere semplificato il quadro legislativo raggruppando 65 provvedimenti in un testo unico e avere accresciuto il ruolo delle associazioni nella fase di progettazione, eliminando la sovrapposizione di strutture sia un ottimo risultato». L'assessore Giorgio Venier Romano anticipa così la riforma dell' artigianato che il consiglio regionale approverà domani in aula, a conclusione di una lunga fase di discussione. Il provvedimento interesserà oltre 30 mila imprese artigiane, 15 mila solo in provincia di Udine, circa 100 mila addetti.

«Abbiamo fatto un enorme sforzo di semplificazione legislativa - sottolinea Venier Romano -, raggruppando un'infinità di provvedimenti in un testo unico. Una legge che si caratterizza per l'estrema flessibilità, che potrà evolversi in linea con i mutamenti del comparto. La legge, infatti, si limiterà a fissare i principi a fare da cornice a quanto sarà demandato ai regolamenti in qualsiasi momento modificabili».

Venier Romano snocciola le novità: «Prevediamo l'istituzione dei distretti artigiani: ne hanno già fatto richiesta gli artigiani del consorzio della pietra piasentina, i mosaicisti dello Spilimberghese e gli operatori triestini e monfalconesi della nautica da diporto. Con il testo unico preserviamo e rilanciamo figure e conoscenze artigiane altrimenti destinate a scomparire: i maestri d'ascia, del mosaico, dello scalpellino. Prevediamo, infatti, di istituire la figura del maestro artigiano, una figura che potrà valere anche nel campo della formazione e dell'apprendistato, proprio per tramandare i vecchi mestieri».

La giunta Tondo e il consiglio hanno poi lavorato alla successione d'impresa «che vogliamo sostenere per evitare la fine di vecchi mestieri, con un sostegno alla formazione del giovane che si inserisce nel lavoro, ma anche con investimenti perché l'apprendista possa ammodernare la bottega». La legge prevede poi provvedimenti ad hoc «per scongiurare la delocalizzazione dai centri storici e dai borghi rurali delle imprese artigiane d'interesse turistico». Sono previsti «interventi in conto capitale e in conto interessi». Il testo unico «recupera poi interventi già adottati come provvedimenti d'urgenza nell'ultimo anno e mezzo di attività legislativa. Per esempio la possibilità di sostenere l'inserimento delle imprese artigiane nel commercio elettronico, per promuovere la propria attività su Internet; e le Srl pluripersonali che consentono di separare il capitale di rischio da quello familiare. Un'assoluta necessità - spiega Venier Romano - specie per certi livelli d'impresa per i quali l'investimento tecnologico diventa molto oneroso, ma necessario per restare sul mercato globale».

Il testo unico, si diceva, consta in tutto di una settantina di articoli. «È uno strumento molto snello, perché molto è demandato ai regolamenti». Lo hanno elaborato l'assessore Venier Romano con la direttrice dell'assessorato dottoressa Belli e i suoi collaboratori, ma anche con l'apporto decisivo delle associazioni artigiane: Confartigianato, Cna e l'associazione slovena. L'apporto politico è venuto dai relatori: Ennio Vanin (Ln), Giovanni Vio (Fi), Lodovico Sonego (Ds) e Paolo Fontanelli (Pdci) e dal presidente della commissione attività produttive, Franco Dal Mas (Fi). «Le divisioni emerse durante i lavori in commissione hanno riguardato soprattutto i timori sul dopo-Esa, l'ente che ha chiuso i battenti nel settembre scorso - ricorda Venier Romano -. Personalmente non ero favorevole alla soppressione dell'Esa e non ero assessore al tempo di quella decisione, ma devo dire che dopo la chiusura dell'ente abbiamo previsto di ampliare le competenze della già esistente Commissione regionale per l'artigianato, che diventa il momento propositivo per la politica artigianale della regione, che sarà attuata, d' intesa con la giunta, dalla Direzione regionale dell'artigianato e in particolare dal nuovo servizio per la qualità delle imprese, che abbiamo istituito nella sede dell'ex Esa, in via Uccellis a Udine.

Il servizio si occuperà di promozione, sicurezza del lavoro, qualità di processo e prodotto e della successione d'impresa». L'Esa aveva 40 dipendenti: «Ne abbiamo recuperati 11 in questo nuovo servizio, mentre gli altri sono stati utilizzati a seconda delle loro professionalità nelle diverse direzioni regionali». Ma quanto a servizi alle imprese «lo abbiamo senz'altro potenziato».