Il Messaggero Veneto 15-03-2002
Contrario il Carroccio, ma non l'assessore all'ambiente Ciani: troviamo insieme una soluzione
TRIESTE - L'Arpa sembra andare verso il commissariamento. Preteso dalle opposizioni, ben visto dall'assessore Paolo Ciani (anche se non c'è una conferma ufficiale) e avversato dalla sola Lega. Questo il quadro emerso dall'audizione chiesta dal centro sinistra in merito all'Agenzia per la protezione dell'ambiente. La seconda, dopo la convocazione del direttore Gastone Novelli, e soprattutto dopo la perquisizione della Guardia di Finanza, disposta dalla magistratura a seguito dei rilievi ispettivi mossi dall'amministrazione regionale. «La giunta adotterà gli atti necessari. Altro non dico», si abbottona l'assessore. Nel corso dell'audizione, aveva peraltro lamentato l'eccesso di autonomia e la difficoltà di seguire l'attività dell'Arpa, ma era stato attaccato, in diversa misura, dalle opposizioni e dal Carroccio.
«Il comportamento omissivo della giunta è inaccettabile. L'Agenzia non sta svolgendo i suoi compiti, ha subito indagini di cui non si sanno bene motivi ed esiti», accusa Mario Puiatti, dei Verdi. «Perché non sono stati direttamente bocciati i bilanci, se non erano validi? E perché non si è provveduto a cambiare il direttore?». Rincara la dose Caterina Dolcher, dei Ds: «L'Arpa è una struttura vitale per la salute dei cittadini, la cui paralisi va imputata alla giunta. L'assessore ha fornito giustificazioni non richieste, senza però rispondere alla domanda: come intende rimediare? Posto che si sta operando fuori dal diritto e senza autorevolezza, il commissariamento è necessario».
«Da dipendente Arpa in aspettativa non vorrei essere accusato di conflitto di interessi. Ma va detto che quando l'invadenza politica in campo tecnico è prassi quotidiana, ne seguono la demotivazione degli operatori e l'inerzia. L'Agenzia è stata spesso ridotta mercato degli amici, e al vertice di certe branche ci sono neolaureati che dirigono i relatori della loro tesi», gli fa eco il compagno di gruppo Giorgio Mattassi. «Da tempo chiediamo procedure chiare, speriamo ora che l'assessore provveda a definirle, come ho proposto, già nel prossimo collegato».
«Anche in questo caso le scelte sono state dettate più dagli equilibri politici che dalle competenze tecniche. Io ero contrario al nome di Novelli sin dall'inizio, però qui la macchina non ha mai funzionato», osserva il Pdci Paolo Fontanelli. Francesco Serpi, del gruppo misto, richiama le lamentele del direttore Novelli sull'insufficienza di personale, ma si dice favorevole al commissariamento. E su questa linea è anche Franco Brussa, della Margherita: «I rilievi degli ispettori sono gravi, e noti da ottobre: si dica quali ostacoli politici hanno impedito di intervenire». Forza Italia tace, la Lega si erge invece a paladina dell'Arpa. «Ci sono irregolarità perseguibili? Si proceda pure. Ma facendo comunque lavorare l'Arpa. In un momento delicato come questo pensare al commissariamento sarebbe folle, perché in base ai contratti la rimozione del direttore comporterebbe la contestuale decadenza di tutti i vertici e il caos tecnico e operativo», dice il capogruppo Claudio Violino.
Mentre Matteo Bortuzzo manifesta tutta la sua insoddisfazione sulla questione dei cementifici: «A un'interpellanza, Ciani ha risposto che va tutto bene, e che i valori delle emissioni sono nella norma. Ma Novelli ha detto invece che non sono in grado di monitorare la situazione. Allora vorrei sapere da dove escono i dati in base ai quali si danno le rassicurazioni».
L.S.