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Il Messaggero Veneto 15-02-2002

Arpa al contrattacco: giudizi infondati

Le controdeduzioni al libro bianco: «Sono stati enfatizzati meri errori formali di numero e data»

TRIESTE - (L.S.) «Le valutazioni finali riportate a chiusura della relazione ispettiva sono destituite da ogni fondamento giuridico», e dunque «affermazioni di tale portata, gravemente lesive della professionalità dei dirigenti e dannose per le conseguenze e l'impatto negativo sull'immagine di un Ente pubblico, andrebbero quanto meno ponderate e verificate, al fine di evitare impugnazione, con conseguenze non prevedibili per gli stessi assertori». Poiché la miglior difesa è l'attacco, l'Arpa ribatte al "libro bianco" uscito dall'ispezione dell'assessorato con una corposa serie di controdeduzioni firmate congiuntamente dal direttore amministrativo Pietro Cangiano, dal responsabile Affari generali, legali e amministrativi Luca Bulfone, e dai colleghi Duilio Grubini e Stefano Armani competenti rispettivamente per Bilancio, contabilità, economato e provveditorati, e per Personale e controllo di gestione. Se gli ispettori hanno avuto la mano pesante, i quattro non sono da meno: il «cosiddetto libro dei decreti» è stato confuso con il registro cronologico. In molti casi si sono enfatizzati «meri errori formali nell'attribuzione di numero e data», cose «che non hanno assolutamente inciso sull'efficacia degli atti posti in essere».

Si è addirittura rilevato come su certi atti mancassero timbro, data e luogo, pur essendo gli atti stessi redatti su modulo prestampato Arpa, e con un numero che consente di risalire a questi dati. Ciò dunque chiarisce l'«equivoco nel quale sono incorsi gli ispettori, i quali, con singolare superficialità, hanno ritenuto viziati e quindi annullabili tutti i provvedimenti e i contratti sottoscritti in forza di deleghe illegittime». Nel rapporto si sono svolte «argomentazioni destituite di fondamento sia dal punto di vista procedimentale, sia dal punto di vista giuridico», e sono state «ignorate le norme fondamentali di diritto amministrativo in tema di legislazione dei lavori pubblici», nonché trascurati «i principi fondamentali del diritto costituzionale sulla gerarchia delle fonti e sulle relative norme di diritto intertemporale». Si è affermata l'illegittimità di certi atti pur firmati da sostituti aventi titolo in assenza dei titolari, e si è parlato di ritardi sanzionati, quando esiste un solo caso, pagato di tasca propria dal consulente .

E' stata fatta osservazione sul noleggio dei mezzi, pur essendo questo sistema in sintonia con la risoluzione del ministero competente e adottato da molti enti perché più conveniente, arrivando al punto da contestare il colore delle auto non rispondente al bando, e modificato per ragioni estetiche legate al verde del logo Arpa. Dopo le risposte punto su punto, i controdeduttori lasciano intendere di poter adire le vie legali, ma addossano ad altri la responsabilità delle inadempienze: «Non sono mai pervenuti all'Arpa gli indirizzi del Comitato», ed è «impossibile fornire una esaustiva relazione sullo stato dell'ambiente regionale utilizzando solamente i dati e le informazioni acquisite dall'Arpa essendo carenti di tutti i dati in possesso delle Direzioni regionali, degli enti locali e di altre strutture pubbliche e private».

Inoltre esiste, per l'Agenzia, uno stato di grave incertezza legato alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2001, ma soprattutto non sono stati sentiti i dipartimenti provinciali, che avrebbero potuto esporre le loro lamentele per le carenze del personale tecnico e delle risorse. Anzi, gli ispettori, ancorché richiesti, si sono rifiutati di allegare o citare la relazione sulla situazione dell'Arpa, perché ufficialmente non competenti in merito.