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Il Messaggero Veneto 03-01-2002

Zannier: subito un patto fra produttori

Il presidente dell'Api sollecita dalla giunta un programma di interventi mirati

UDINE - Bilancio di fine anno con stoccata alla giunta reginoale, per la federazione regionale delle piccole e medie industrie del Friuli Venezia Giulia. Questa mattina a Udine nella sede di Viale Ungheria il presidente Alessandro Zannier terrà la consueta conferenza stampa per illustrare il consuntivo dell'attività svolta nel 2001 dalla sua confederazione e per anticipare gli obiettivi principali delle categorie imprenditoriali rappresentate. E chiederà espressamente al presidente della giunta regionale di realizzare al piú presto un "patto tra produttori".

Presidente, può anticipare i temi portanti della sua conferenza stampa. È vero che ha in serbo una stoccata per la giunta Tondo?

Il mio intervento di bilancio di un anno denso di preoccupazioni, non tutte dovute ai tragici fatti di New York, sarà rivolto in particolar modo ai politici del Friuli-Venezia Giulia. Sarà un richiamo forte per il mondo della politica, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli, perché presti più attenzione ai problemi della piccola e media industria.

Dunque, la Regione vi trascura?

Sono diverse le questioni che la politica dovrebbe affrontare in termini costruttivi; il primo sicuramente è la riqualificazione finanziaria. Bisogna ripensare il bilancio della regione che oggi copre i costi della sanità e il costo del personale, lasciando scarse risorse per il sistema produttivo che, invece, per quanto attiene alla piccola e media industria andrebbe sostenuto in maniera più convinta ed efficace.

Cosa dovrebbe fare la giunta di Renzo Tondo?

Un patto tra politica e imprenditori di piccola e media industria per programmare lo sviluppo con degli interventi mirati. Che siano indirizzati alla diffusione dell'innovazione, della ricerca, della qualità,. Senza trascurare la promozione all'estero dell'attività e delle potenzialità delle Pmi, indispensabile per la crescita del sistema economico.

Obiettivi condivisibili che sembrano difficili da concretizzare, come mai?

Per realizzare questi obiettivi è necessaria un'intesa politica salda con un orizzonte lungo che non si fermi alle scadenze elettorali che si verificheranno nel corso del 2002 e del 2003, quest'anno saranno rinnovati enti locali di un certo rilievo e il prossimo anno toccherà a due capoluoghi di provincia e non dimentichiamolo al consiglio regionale. La regione si sta impegnando come non mai in campo internazionale. E' vero, la regione si sta muovendo bene sul piano internazionale. Le iniziative soprattutto dello sportello di New York hanno dato risultati molto interessanti; meno quello di Mosca, anche se per la nostra federazione è in quella direzione che dovrà rivolgersi l'attenzione degli imprenditori friulani. Ed è naturale che la regione debba sostenere i processi di internazionalizzazione in maniera strategica, orientando le politiche di Finest, Friulia e Mediocredito. Giudico inoltre positivo la presentazione dell'attività dello sportello Unico per l'Internazionalizzazione con accordi con Carinzia, Slovenia e Croazia, in modo da porre l'economia della nostra regione in un posizione strategica. Non va mai dimenticato che l'Ue si allargherà a Est, tra pochissimi anni. Eppure gli industriali non lesinano critiche alla giunta regionale. Nell'interlocuzione con l'amministrazione regionale gli imprenditori hanno bisogno di certezze. Anche oggi i fondi messi a disposizione delle aziende non bastano e quindi molto spesso accade che vengano tagliate le erogazioni di contributi, creando delusione per i contraccolpi negative su scelte che potevano invece essere orientate in maniera diversa.

Novità sul fronte del prezzo dell'elettricità?

Sul versante dell'energia e dell'ambiente, c'è una grande attesa per le prerogative che ha il Fvg in virtù della sua specialità. Le nostre aziende, lo constatiamo quotidianamente, pagano l'energia più cara che nel resto dell'Europa.

La Regione che può fare?

Con la Regione possiamo fare dei ragionamenti pragmatici per istituire un percorso per venire incontro alle aziende che sono di medie dimensioni e che hanno un consumo di energia molto vicino alle soglie previste dall'attuale normativa nazionale per poter costituire consorzi; tanto per intenderci, quelle aziende che hanno consumi di 400/500/700 Kw all'anno e che oggi pagano l'energia a prezzo intero. Qui andrebbero fatti dei ragionamenti coinvolgendo le Università per valorizzare le fonti di energia già esistenti in regione. E per tornare al versante delle regole ambientali anche in questo caso le imprese hanno necessità di certezze e di contenimento di costi, e pure in questo specifico settore è necessario che il mondo del sapere dell'Università dialoghi con il mondo dell'impresa, purtroppo non sempre avviene.

Maria Rita Branca