Il Piccolo 06-03-2002
Anna Illy non è stata invitata al Castello di Miramare, dove ci saranno i colleghi veneti e friulani
TRIESTE - C'è chi parla già di «Buttrio 2», e non certo in termini positivi. Chi ci vede dietro una scelta politica del governo Berlusconi. Chi, infine, comincia a soffrire seri problemi di identità e a nutrire più di un dubbio sullo stesso futuro, non solo industriale, di Trieste. Di sicuro ci si trova di fronte a un incidente «diplomatico» di rara valenza, con gli industriali triestini a svolgere il ruolo degli ospiti sgraditi in casa propria. Succederà venerdì sera, a conclusione del vertice Berlusconi-Schröder che farà di Trieste, per l'intera giornata una città chiusa a doppia mandata. Il summit, già di per sè depauperato dalla mancanza dei ministri e un feeling, quello italo-tedesco, che non sembra proprio ai massimi livelli, lo sarà doppiamente per gli esponenti locali dell'Assindustria.
Che, come già successe nel primo incontro tra gli industriali del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, presenti il sottosegretario Antonione e i «governatori» Tondo e Galan, svoltosi appunto nella località friulana di Buttrio, non sono stati proprio invitati (al contrario dei loro omologhi di Udine e delle province venete), alla cena finale, quasi ironicamente allestita in uno dei simboli della triestinità, il Castello di Miramare. «Effettivamente - annota il direttore dell'Associazione degli industriali triestina, Loredana Catalfamo - dal punto di vista istituzionale non ci è pervenuto alcun invito. Assieme alla presidente Anna Illy mi sto recando a Gorizia. Vedremo se hanno invitato almeno qualche goriziano...».
Battute a parte, e mentre la Illy si riserva qualche commento per i prossimi giorni, affiora, e pesantemente, il dubbio su una chiamata a corte strettamente, esclusivamente legata all'«appartenenza». È un caso che l' Assindustria triestina, l'unica non appiattita sulle direttive di D'Amato e Berlusconi, rimanga fuori dalla porta? C'è chi giura di no, e parla addirittura di precise scelte romane in tal senso, unica notizia a sfuggire alla cortina di silenzio eretta attorno al vertice italo-tedesco, che porta il sindaco Dipiazza a pronunciare l'interrogativo, non si sa quanto sarcastico: «Miramare? Dov'è Miramare?».
Un passo indietro. Il primo confronto tra industriali a Buttrio si era lasciato dietro una coda rovente di polemiche, legata proprio a delle inspiegabili «dimenticanze» negli inviti. A vario titolo avevano tuonato sui giornali il proprio malcontento il presidente dell'Assindustria veneta, Rossi Luciani, più sfumatamente i triestini, e lo stesso presidente della giunta regionale Tondo, recuperato alla serata all'ultimo istante e palesemente seccato.
La regia della cena, allora come stavolta, era stata affidata a Marina Danieli, cognata del presidente della Friulia Franco Asquini, il quale ultimo precisa peraltro di dare una mano «solo a livello di passaparola tra gli addetti ai lavori». Difficile comunque pensare che dei professionisti della comunicazione abbiano deciso delle esclusioni di un certo peso di loro volontà. Esiste un protocollo ed esiste una lista nella quale una certa parte di Trieste, apparentemente, non figura. Figura, invece, in abbondanza, la componente friulana dell'industria, tanto che il presidente regionale, Andrea Pittini, ha anticipato ieri che i temi d'attualità oggetto del confronto con Berlusconi saranno i trasporti e, in generale, le infrastrutture, «sui quali bisogna cercare risposte concrete dal Governo». Lui, almeno, lo sa già.
Furio Baldassi