Il Messaggero Veneto 24-01-2002
Il presidente Roncoli anticipa il bilancio e le future strategie per la struttura del Friuli-Venezia Giulia
Lo scalo regionale è terzo in graduatoria: aumentano i flussi di merci e passeggeri
RONCHI - Lo scalo di Ronchi dei Legionari è tra i primi tre aeroporti italiani come incremento di crescita di traffico nel 2001. Il raffronto è fatto naturalmente fra gli scali di fascia media, quelli per intendersi con un numero di viaggiatori pari a circa mezzo milione di utenti all'anno. Ma tale risultato segna comunque una tendenza molto positiva, frutto di un anno importante per l'aeroporto regionale. Il tutto, poi, in un momento difficilissimo per il trasporto aereo a livello internazionale e nazionale, che , dopo i fatti dell'11 settembre, ha portato alla crisi e al fallimento numerose compagnie aeree anche di grande peso.
Il dato, in forte e sorprendente controtendenza, trapela a poche ore dalla conferenza stampa con cui il presidente dell'aeroporto Roberto Roncoli farà il bilancio dell'attività dello scalo nell'anno appena trascorso, indicando le linee di sviluppo per il 2002. Un futuro che potrebbe passare soprattutto ad Est con un forte potenziamento dei collegamenti verso i Paesi della "nuova" Europa che già oggi rappresentano una delle voci maggiormente positive nel bilancio dello scalo di Ronchi.
Un esempio su tutti: il volo tri-settimanale verso Belgrado ha avuto quest' anno un incremento di oltre il 120 per cento di presenze, arrivando a sfiorare i diecimila passeggeri. Certo il mondo economico della nostra regione ha tradizionalmente legami molto forti con l'area balcanica ma resta il fatto che il traffico verso l'Est Europa è un bacino commerciale in cui lo scalo di Ronchi può concretamente puntare a diventare leader nazionale. L 'opzione vicente potrebbe essere quella di puntare su velivoli leggeri come i Dornier 328 o Atr 72 e su piccole compagnie private in grado di gestire il servizio a prezzi concorrenziali.
In questo quadro si potrebbe inserire, dunque, l'accordo con Gandalf e Minerva cui Friulia sta lavorando e che potrebbe portare alla creazione di un sistema stabile di collegamenti con Varsavia, Budapest, Bucarest, Praga, ma anche verso ovest puntando a mete quali Barcellona, Parigoi e più a nord Zurigo.
L'anno che si sta aprendo dovrebbe però anche essere contrassegnato da forti investimenti nel campo della sicurezza. La recente emergenza terroristica ha infatti messo in luce la necessità di rendere maggiormente impermeabili gli aeroscali da possibili intrusioni ostili. Si parla insistentemente del possibile acquisto di uno scanner per esplosivi in grado di rivelare la presenza di ordigni all'interno dei bagagli ma anche addosso ai singoli viaggiatori. Un investimento che farebbe dello scalo regionale, che già oggi può contare su di un sistema di controlli molto scrupoloso, uno degli aeroporti più sicuri d'Italia.
Ma Ronchi è anche una grande azienda che con la sua struttura, compreso l' indotto, è in grado di occupare qualcosa come 1.500 persone e fatturare quasi 160 miliardi di lire, attestandosi così tra le prime società commerciali della regione. La concorrenza con lo scalo di Venezia, meglio collegato con le grandi arterie del traffico nazionale e prossimo al cuore del ricco Nord Est, l'ha forse un po' penalizzato in questi anni. Ecco quindi che grande interesse, e qualche polemica, hanno suscitato le voci di possibili accordi con i gruppi Veneti che già oggi gestiscono l' aeroporto di Venezia.
Il presidente Roncoli ha fino ad ora voluto mantenere un rigoroso silenzio stampa riguardo questi temi che considera di stretta competenza politica. La conferenza stampa di oggi potrebbe però essere l'occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa.
Andrea Romoli