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Il Piccolo 09-06-2002

ZAGABRIA - Tre sondaggi, promossi da un settimanale e due quotidiani della capitale, bocciano il pentapartito al governo

Croazia, la rimonta dell'Accadizeta

Le preferenze per il partito dell'ex presidente Tudjman variano dal 22 al 26%

Oscilla tra il 16 e il 19 per cento l'orientamento per i socialdemocratici di Racan. Mentre gli indecisi sono un vero esercito: più di un terzo dell'elettorato

FIUME - Estremamente negative per i cinque partiti di governo, e specialmente per quello socialdemocratico, «capofila» della cordata ora al potere, le indicazioni che emergono dai sondaggi attuati nei giorni scorsi da due quotidiani e un settimanale zagabresi per appurare umori e preferenze dell'elettorato. I sondaggi sono stati svolti indipendentemente dal settimanale «Globus» e dai quotidiani «Jutarnji list» e «Vecernji list». Sia pure con qualche scarto in percentuale - attribuibile anche alla diversità numerica del «campione» in esame -, tutti indicano in forte calo la coalizione al potere, premiando invece il principale partito di opposizione: quell'Accadizeta che, con il defunto Tudjman alla guida, aveva diretto il Paese fino alle elezioni del gennaio di due anni fa, lasciando un'eredità onerosa e per molti aspetti imbarazzante.

Stando dunque ai tre sondaggi, attualmente l'Accadizeta (che nel frattempo ha cercato di darsi un volto democraticamente più presentabile) è la principale formazione politica nel Paese, con un margine di preferenze che varia da un minimo del 22 a un massimo del 26,2 per cento. Al secondo posto il Partito socialdemocratico (Sdp) del premier Racan, che nella migliore delle ipotesi non va oltre il 19 per cento (Globus), ma che secondo i due citati quotidiani si attesta invece sul 16 per cento. Tutte le formazioni politiche, inclusi i partner dell'Sdp nella coalizione di governo, risultano nettamente staccate e non superano quote quasi insignificanti (6-8 p.c.).

I cosiddetti «partiti minori», tra cui si annovera anche Dieta democratica istriana, vedono le loro simpatie elettorali ridotte a quote del 2-3 per cento e sono su posizioni - almeno a livello nazionale - del tutto marginali. Da rilevare, inoltre, la relativamente elevata massa di «indecisi», ossia di quelli che si andasse in questo momento alle urne non saprebbero proprio a chi attribuire la propria preferenza. Secondo i sondaggi dei due quotidiani, gli indecisi sarebbero il 35 per cento: più di un terzo dell'elettorato.

Com'è ovvio che sia, l'esito dei sondaggi ha subito ridato fiato alle trombe dell'ex partito di potere, il quale da qualche tempo - sia pure con gravi tribolazioni e sussulti intestini - ha avviato un'operazione di «maquillage» nel tentativo di coprire le rughe lasciate dalle nefandezze dell'era-Tudjman. Un'impresa piuttosto difficile, nella quale tuttavia l'Accadizeta può largamente beneficiare dell'insipienza politica, della autolesionistica dabbenaggine e rivalità della «cinquina» ora al governo. Per la quale l'unica nota consolante che emerge dai sondaggi è che da sola l'Accadizeta in questo momento non ce la farebbe a governare. E che per farlo non le sarebbe sufficiente neppure l'appoggio del microcosmo della destra nazionalista o quello (nell'ipotesi di clamorosi voltafaccia) di uno o due dei partiti minori dell'attuale coalizione al potere.

r.f.