Il Piccolo 30-09-2001
AUTOVIE VENETE
Scoppia la polemica sulla collegata «Sistemi telematici»: alcune dichiarazioni mettono in moto la magistraturaIn precedenza l'ex numero uno era stato oggetto di un esposto della Lega Nord
Di fronte all'ipotesi di essere giudicato per il reato di concussione il passato referente dell'azienda tenta di difendersi attaccando
TRIESTE - Sarebbero state alcune dichiarazioni fatte recentemente alla magistratura dall'ex presidente di Autovie venete, Pietro Del Fabbro, a innescare le verifiche giudiziarie che sono attualmente in corso nei riguardi di Sistemi telematici (St), società partecipata da Autovie. Il sostituto procuratore Giorgio Milillo non conferma il particolare ma ammette che ora sul suo tavolo, al secondo piano del palazzo di giustizia di Trieste, c'è, aperto solo da qualche giorno, un fascicolo di atti relativi a «Sistemi telematici». Secca è la smentita riguardo a perquisizioni già effettuate. Men che meno il fascicolo porta già il nome di qualche indagato. Non è escluso però che qualche provvedimento possa essere preso nelle prossime settimane se verranno trovati gli opportuni riscontri perchè «le indagini - come ha detto ieri Milillo - sono appena partite.»
La battaglia politica e giudiziaria sul passato, il presente e il futuro di Autovie si fa dunque di giorno in giorno più incandescente. Del Fabbro dovrà ricomparire nei prossimi giorni dinanzi al Gup che potrebbe decidere il suo rinvio a giudizio relativamente al reato di concussione. Il procedimento è legato alle schermaglie politico-economiche scatenatesi nel '97 in Regione per la gestione delle reti a fibre ottiche che corrono di conserva con le autostrade del Friuli Venezia Giulia. Un affare multimiliardario attorno al quale si era combattuta una battaglia con riflessi istituzionali talmente vigorosi da far cadere la giunta presieduta dalla leghista Alessandra Guerra.
Ed era stato il commissario pordenonese della Lega, Beppino Zoppolato a presentare l'esposto che ha originato il procedimento contro Del Fabbro. Ora l'ex presidente di Autovie, sentitosi messo alle strette (il presidente del Gip ne ha ordinato l'imputazione coattiva sebbene il Pm in un primo tempo ne avesse chiesto il proscioglimento) avrebbe chiesto di rendere spontanee dichiarazioni al magistrato e dopo questo colloquio il sostituto procuratore Milillo ha aperto il nuovo fascicolo. Del Fabbro avrebbe così tentato di trascinare i suoi accusatori sullo stesso terreno provocando un trasferimento dello scontro a livello giudiziario.
«Sistemi telematici» venne costituita nel '96 con il 49 per cento del capitale sociale depositato da Autovie venete e il 51 da privati che ne detenevano dunque il controllo. La sua nascita fu un'operazione gestita dall'allora presidente di Autovie, Michele Baldassi, che si dimise dall'incarico nel '97 in seguito alla procedura di revoca avviata nei suoi confronti dalla nuova giunta regionale presieduta da Cruder. Baldassi divenne l'amministratore delegato di St, mentre presidente era Claudio Borsò. La giunta Cruder nominò Del Fabbro presidente di Av e lo incaricò, con apposita delibera, di verificare la validità strategica di St. Del Fabbro chiese una verifica contabile sull'andamento della società e decise di sospendere il pagamento delle fatture che St aveva emesso nei confronti di Autovie.
Ne scaturirono un'interrogazione al Consiglio regionale e l'esposto alla magistratura. In esso Zoppolato sostenne che Del Fabbro avrebbe subordinato il pagamento a St di alcune fatture alla cessione di un altro 2 per cento delle quote che assieme al precedente 49 per cento avrebbe fatto di Av il socio di maggioranza. Da qui l'inchiesta per il reato di concussione. Mentre il procedimento nei suoi confronti arriva alla stretta finale, Del Fabbro tenta il contrattacco. Operazione difficile perchè il Gip Trampus ha già archiviato la posizione di Borsò ritenendolo parte lesa nel reato di concussione. Le nuove carte messe sul tavolo da Del Fabbro sono ora coperte dal segreto istruttorio.
Silvio Maranzana