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Il Messaggero Veneto 19-05-2002

L'esponente forzista che guida la giunta del Friuli-Venezia Giulia svela le sue strategie

Tondo: il mio piano oltre il 2003

Il presidente: ringrazio per la candidatura ma dovrà condividerla tutta la Cdl

di FEDERICA BARELLA

UDINE - Non si svolgerà a Villa Manin. E soprattutto non sarà un vertice di fine legislatura. Nelle intenzioni del presidente della giunta regionale, il forzista Renzo Tondo, quello che è stato fissato per il 17 giugno, in una villa privata («Villa Manin è sede istituzionale e questo invece sarà un vertice di maggioranza, ovvio quindi che la sede sarà diversa») vuole essere un summit capace di proiettare l'alleanza di Centro-destra del Friuli-Venezia Giulia oltre la scadenza elettorale del prossimo anno. «Non voglio certo peccare di presunzione - sottolinea lo stesso Renzo Tondo -, ma spero davvero che da quella giornata di lavori esca un programma dettagliato che impegni la nostra maggioranza anche per l'inizio della prossima legislatura».

Di quali temi si dovranno occupare i vari gruppi di lavoro?

«In tutto si tratta di cinque, o al massimo, sei filoni. Ci occuperemo di devolution, non intesa come slogan, ma come problema concreto a iniziare ad esempio dal comparto unico. Poi approfondiremo il tema dei rapporti istituzionali, definendo le prossime strategie con il governo centrale (accordi sulle infrastrutture, decimi in più, più fondi per la sanità), con il vicino Veneto e con Bruxelles. Quindi bisognerà definitivamente stabilire i tempi della nuova sanità. Le decisioni in questo campo sono state già prese, ora quindi si tratta solo di applicarle. Poi bisognerà definire i tempi della concertazione per la nuova legge sulla ricerca e l'innovazione tecnologica. Infine c'è il capitolo relativo alle comunità montane, per le quali proporremo la proroga dei commissariamenti fino al 31 dicembre...».

A proposito di montagna, il dibattito si è molto scaldato, soprattutto in Carnia, dopo la presa di posizione dei 22 preti che chiedevano l'impegno dei politici per la costituzione di una provincia...

«Sono apertissimo alla realizzazione di un referendum. Anche se personalmente, come dimostra il mio operato di sempre, cerco di concentrarmi più sui contenuti, piuttosto che sul contenitore. A questo proposito vorrei sottolineare come in realtà in Carnia, dal punto di vista produttivo, ci siano molte realtà più che degne di considerazione: dal Centro per l'innovazione tecnologica di Amaro (collegato al gruppo Fiat), a quello per la ricerca sul freddo, senza dimenticare il Cirmont, il centro internazionale per la ricerca in montagna, la cui nascita ha visto l'impegno dell'Università. Proprio per questo ripeto che, per quanto riguarda la presa di posizione di alcuni preti, è difficile ragionare con chi sostiene che in Carnia si vive come in Palestina. Oltretutto, non credo proprio che la missione di un pastore di anime sia quella di alimentare nuove tensioni».

Dai rapporti con i preti passiamo a quelli con gli alleati, anche in questo caso non sempre idilliaci...

«E' vero. E l'incontro del 17 giugno servirà anche a creare maggiore coesione. Certe fughe in avanti non sono tollerabili. Non voglio fare nomi, nè puntare il dito su questa o quella forza politica di maggioranza. Dico soltanto che questa mia raccomandazione è rivolta anche a certi consiglieri del mio stesso partito, Forza Italia».

L'elaborazione di un programma che vada oltre l'attuale legislatura è una conferma della sua intenzione, fra un anno, di candidarsi per la presidenza?

«Su questo tema la mia risposta è sempre uguale. E' una scelta sulla quale devo ancora ragionare. Per ora il mio compito è di guidare questa giunta fino alla primavera del 2003».

Ma il coordinatore regionale di Forza Italia, Ettore Romoli, ha già fatto più volte il suo nome...

«Ringrazio ancora una volta Romoli per la stima che mi dimostra. Ma prima di un mio pronunciamento deinitivo credo che sia giusto verificare anche di essere il candidato proposto da tutte le forze del Centro-destra».

A proposito di candidati, quali sono i suoi rapporti con un altro possibile protagonista delle prossime elezioni regionali, Sergio Cecotti?

«I nostri rapporti sono a corrente alternata. Ma chi stacca e attacca la corrente è lui e non noi. Per quanto ci riguarda infatti, il rapporto con Cecotti, come con tutti gli altri sindaci, qualsiasi sia lo schieramento a cui appartengono, è sempre stato corretto e collaborativo».

Un giudizio su Riccardo Illy...

«Riccardo Illy per ora è il candidato virtuale del Centro-sinistra. Sarà interessante, se non addirittura divertente, vedere, poi, come l'imprenditore Illy potrà diventare realmente il candidato anche di Rifondazione comunista, per non citare i no-global.

Teme la possibilità di andare a referendum sulla legge elettorale?

«Il comitato proponente sostiene di essere a buon punto nella raccolta delle firme. In realtà io non ho avuto la sensazione di questa grande mobilitazione. Anzi, girando sul territorio e parlando con la gente la sensazione è opposta. Anche per questo se si andrà a referendum, non è certo detto che il no vinca».

Ma se alla fine i cittadini dovessero bocciare la riforma elettorale approvata con i voti della Cdl, Cpr, Rifondazione Comunista e Unione Friuli, lei, come presidente di questa giunta di Centro-destra, cosa farà?

«Non mi fascio la testa prima di romperla. Anche perchè in realtà sono convinto della bontà della riforma approvata. Ripeto quindi che l'esito referendario non è certo scontato. Se perderemo il referendum, ritengo comunque che il blocco sociale di questa regione resti fortemente orientato sulle nostre posizioni di Centro-destra. Comunque, a differenza di altri (e l'allusione a Illy è evidente, ndr), siamo pronti a rimetterci alla volontà dei cittadini e quindi affronteremo le prossime elezioni con qualsiasi sistema gli elettori vorranno».

Al di là della legge elettorale con cui si voterà, alla fine preferirebbe avere come sfidante Illy o Cecotti?

«Non mi pare che Cecotti sia ipotizzabile come candidato del Centro-sinistra. Il sindaco di Udine proprio nei giorni scorsi è entrato a far parte dell'ufficio politico di consulenza del segretario regionale della Lega Nord, Beppino Zoppolato. E il fatto che guidi a Udine una giunta retta da una maggioranza anomala è una vicenda tutta locale».